Agnello del Centro Italia Igp - Disciplinare di produzione
L’agnello del Centro Italia si ottiene dalla macellazione degli agnelli, di età inferiore a 12 mesi, appartenenti delle seguenti, razze locali e loro incroci: Appenninica, Bergamasca, Biellese, Fabrianese, Merinizzata Italiana, Pomarancina, Sopravissana, Zerasca; Comisana, Cornella Bianca, Cornigliese (Corniglio), Garfagnina Bianca, Gentile di Puglia, Massese, Pagliarola, Pecora delle Langhe.
La zona geografica di produzione dell’Agnello del Centro Italia comprende i territori delle seguenti regioni: Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana, Umbria; Emilia-Romagna etc
Disciplinare di produzione del
Agnello del Centro Italia
Art. 1 - Denominazione
L'Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) Agnello del Centro Italia
e' riservata al prodotto rispondente alle condizioni ed ai requisiti
del presente disciplinare di produzione.
Art. 2 - Caratteristiche del prodotto
L'Agnello del Centro Italia si ottiene dalla macellazione degli
agnelli, di eta' inferiore a 12 mesi, in tre tipologie di carcassa
che si caratterizzano per il tenore di grasso e la conformazione,
cosi' come definito dalla normativa comunitaria vigente:
agnello leggero, di peso compreso tra 8,01 e 13,0 kg; stato di
ingrassamento nell'ambito delle classi 1; 2; 3 cosi' come definito
dalla "Tabella comunitaria di classificazione delle carcasse degli
agnelli leggeri".
agnello pesante, di peso pari o superiore a 13,01 kg; conformazione
nell'ambito delle classi: U; R; O; stato di ingrassamento nell'ambito
delle classi: 2; 3; 4, cosi' come definito dalla "Tabella comunitaria
di classificazione delle carcasse di ovini".
castrato, di peso pari o superiore a 20,0 kg; conformazione
nell'ambito delle classi: E; U; R; stato di ingrassamento nell'ambito
delle classi: 2; 3; 4; cosi' come definito dalla "Tabella comunitaria
di classificazione delle carcasse di ovini".
Per l'agnello leggero e pesante e' ammesso, inoltre, un possibile
condizionamento secondo la tradizione, con il peritoneo aderente ed a
chiusura della cavita' toracica.
Il pH della carne ha un valore compreso tra 6,15 e 6,80 se rilevato
dopo il completamento di tutte le procedure di macellazione e prima
dell'inizio della refrigerazione delle carcasse; o tra 5,15 e 5,80 se
rilevato dalle 24 alle 30 ore dalla macellazione.
La misurazione del pH avviene sul muscolo Longissimus thoracis, da
eseguirsi in corrispondenza delle porzioni di muscolo che ha come
base anatomica le vertebre toraciche dalla decima alla tredicesima.
Art. 3 - Zona geografica
La zona geografica di allevamento dell'Agnello del Centro Italia
comprende i territori delle seguenti regioni: Abruzzo, Lazio, Marche,
Toscana, Umbria; Emilia-Romagna limitatamente agli interi territori
delle province di Bologna, Rimini, Forli-Cesena, Ravenna e,
parzialmente, ai territori delle province di Modena, Reggio
nell'Emilia e Parma, delimitati dal tracciato dell'autostrada A1
Bologna-Milano dal confine della provincia di Bologna all'incrocio
con l'autostrada A15 Parma-La Spezia e da quest'ultima proseguendo
fino al confine con la regione Toscana.
Art. 4 - Prova dell'origine
Ogni fase del processo produttivo deve essere monitorata documentando
per ognuna gli input e gli output. In questo modo e attraverso
l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di
controllo, degli allevamenti, mattatoi, laboratori di
sezionamento/confezionamento, nonche' attraverso la dichiarazione
tempestiva alla struttura di controllo della quantita' degli agnelli
macellati e delle carcasse sezionate, porzionate e confezionate, e'
garantita la tracciabilita' del prodotto.
Art. 5 - Metodo di ottenimento del prodotto
Materia prima
L'Agnello del Centro Italia e' costituito dalle carcasse o dalla
carne degli agnelli, nati e allevati nella zona geografica di cui
all'art. 3 e appartenenti ai seguenti tipi genetici, razze locali e
loro incroci: Appenninica, Bergamasca, Biellese, Fabrianese,
Merinizzata Italiana, Pomarancina, Sopravissana, Zerasca; Comisana,
Cornella Bianca, Cornigliese (Corniglio), Garfagnina Bianca, Gentile
di Puglia, Massese, Pagliarola, Pecora delle Langhe. Gli agnelli
maschi possono essere sottoposti alla neutralizzazione sessuale.
Metodo di allevamento
Gli agnelli sono allevati sempre nella stessa impresa zootecnica e
devono essere allattati esclusivamente con latte materno fino allo
svezzamento. Successivamente la base alimentare e' rappresentata da
foraggi costituiti da essenze spontanee di prati e di prati-pascolo,
da leguminose e/o graminacee ottenute nella zona geografica. Sono
ammessi integratori minerali e/o vitaminici, mangimi per un massimo
di 0.4 kg giornalieri a capo.
Macellazione
La macellazione degli agnelli, che si effettua attraverso la
recisione netta della vena giugulare, deve avvenire entro due giorni
dall'uscita dall'allevamento e quando non hanno ancora sviluppato
nella dentatura, neppure allo stadio iniziale, gli incisivi
permanenti. La valutazione della carcassa viene effettuata presso il
mattatoio dopo la macellazione ed i pesi indicati all'Art. 2 sono
constatati "a caldo". In alternativa e' possibile valutare la
carcassa "a freddo", completata la refrigerazione, tenendo conto in
tal caso di un calo ponderale da raffreddamento dell'1% per gli
agnelli leggeri e pesanti e del 2% per il castrato. La presentazione
di base si ottiene liberando la carcassa dalla pelle e dall'apparato
intestinale, ivi compresa l'asportazione della cistifellea e del
timo; senza testa, separata dalla carcassa all'altezza
dell'articolazione occipito-atlantoide; senza zampe, separate
all'altezza delle articolazioni carpo-metacarpiche o
tarso-metatarsiche; senza coda, separata a un'altezza compresa fra la
sesta e la settima vertebra caudale; senza mammelle e genitali; senza
corata, cuore, milza, fegato, diaframma, polmoni, trachea. I rognoni
e il grasso di rognone fanno parte della carcassa. Al fine di
ricondurre il peso lordo rilevato alla presentazione di base della
carcassa e ad esclusione della tipologia "castrato", nel caso in cui
le parti anatomiche della testa, lingua compresa, e/o della corata
non siano state separate dalla carcassa, occorre applicare al peso un
fattore di correzione dell'8% per la presenza della testa e del 12%
per la presenza della corata.
Art. 6 - Elementi che comprovano il legame con l'ambiente
L'Agnello del Centro Italia gode di una reputazione ormai consolidata
a partire dal 1961 e trova la sua prima traccia in un documento del
settembre di quell'anno pubblicato dall'Associazione Nazionale della
Pastorizia, nell'ambito della Rassegna Interregionale ovina che si
tenne a Castelluccio di Norcia (Perugia), in cui veniva enunciato che
<<obiettivo e' quello di migliorare le condizioni di vita delle zone
montane conferendo ad esse le premesse indispensabili per lo sviluppo
della pastorizia e dell'agnello del centro Italia in particolare.>>
Ulteriore prova di tale reputazione si riscontra negli Atti del primo
incontro organizzato dall'Associazione Nazionale della Pastorizia, a
Verona, nel 1976, su "Problemi e prospettive dell'Allevamento ovino e
caprino in Italia". Nell'intervento di un allevatore si evidenziava
che <<In Umbria noi abbiamo, oltre alla razza Sopravissana, presente
soprattutto nelle zone di Norcia e di Spoleto, l'Appenninica, che
sono due razze autoctone da cui si ottiene l'agnello del Centro
Italia.>> Nel medesimo documento si riportava l'intervento del
rappresentante degli allevatori dell'Umbria, il quale, evidenziando
una diminuzione dei capi ovini allevati, rimarcava che <<I territori
interessati a questo fenomeno sono quelli vocati e vasti ed
appartengono all'ampia fascia dell'Italia centrale dove, tra l'altro,
veniva praticata al massimo la transumanza data la ingente
disponibilita' di prati-pascoli naturali; si tratta di Umbria, Lazio,
Marche, Abruzzo, Romagna e Toscana.>> Il rappresentante auspicava
altresi' <<di dover utilizzare al massimo quei corredi genetici di
cui disponiamo. Rimane poi da attuarsi l'incrocio di prima
generazione tanto da consentire che arieti di alcune razze da carne
possano, accoppiati con una designata parte di pecore anche
Sopravissane, e dar luogo alla produzione di un agnello del Centro
Italia (sia leggeri 15 - 25 kg che pesanti oltre i 25 kg) ancora piu'
ricco di carne.>> Dopo aver sollecitato interventi tecnici, che
affiancassero gli allevatori, cosicche' <<il consumatore potra'
rinnovare la fiducia all'agnello del Centro Italia, come risultato
della managerialita' dei nostri allevatori e dell'ambiente di
produzione che in combinazione con le caratteristiche genetiche delle
razze locali e agli interventi tecnico-scientifici, determineranno
senz'altro un riflesso sul prodotto venduto e una auspicabile
maggiore remunerazione al produttore.>> Inoltre, veniva segnalato un
<<errore che si sta diffondendo a danno del consumatore e anche degli
allevatori e il mio riferimento va al "castrato" ottenuto
dall'agnello del Centro Italia, un eccellente prodotto, che come la
nostra migliore tradizione prevede, deve derivare da animali di
massimo un anno di eta', da cui si ottiene una carcassa di peso medio
di 25 kg. Ora, purtroppo, si va diffondendo, presso molte macellerie,
la vendita di pecore di fine carriera spacciandole al consumo come
castrato di agnello del Centro Italia. Questo fatto ha portato ad una
disaffezione anche dei consumatori tradizionali, un danno economico
agli allevatori, che producono, seppure in quantita' limitata questo
prodotto, spesso su ordinazione, di associazioni e pro loco che
organizzano sagre paesane.>> In un documento tecnico ed economico
predisposto dalla Federazione Nazionale Pastori per i partecipanti
all'assemblea generale del 1981, intitolato "Per lo sviluppo
dell'Ovinicoltura italiana", veniva elencato come tra <<I principali
prodotti della produzione italiana di carne ovina macellata in
carcassa sono: 1) ... 2) l'agnello del Centro Italia (leggero -
pesante) di peso carcassa da 8 a 12 ed oltre 12 kg.>> In una
pubblicazione realizzata dalla Camera di Commercio, Industria,
Artigianato e Agricoltura di Teramo del 1988, relativa al "XI
Convegno sulla pastorizia e problemi delle zone montane del
Teramano", il responsabile dell'Ispettorato Agrario auspicava nel suo
intervento "Pastorizia: comparto trainante per l'economia agricola
provinciale" che <<per valorizzare il prodotto, oltre ad incrementare
e migliorare le produzioni unitarie, e' necessario arrivare alla
qualificazione dello stesso, assoggettandolo a controllo in azienda e
al riconoscimento della tipicita' d'origine dell'agnello del Centro
Italia con marchio di garanzia.>> La Federazione Nazionale Pastori,
al fine di incrementare la reputazione presso il consumatore anche
dell'agnello del Centro Italia, propose una campagna
promo-pubblicitaria che per la sua realizzazione fu meritevole di una
partecipazione finanziaria del Ministero dell'Agricoltura e delle
Foreste, il cui importo a copertura parziale, deliberato con il
Decreto Ministeriale n. 1937 del 30 dicembre 1987 "Campagna
promozionale per la valorizzazione e il consumo delle carni
ovi-caprine", ammontava pari a circa 500.000.000 di Lire. Tale
campagna, attivata nel 1988, era caratterizzata dallo slogan "...non
solo durante le feste" posto sotto l'immagine stilizzata di un abete
(sbarrato), e invitava il consumatore a prendere in considerazione
l'acquisto dell'agnello del centro Italia anche in altri periodi, con
lo slogan <<L'agnello del centro Italia prodotto di qualita', buono
tutto l'anno>>. Tali slogan sono stati pubblicati su quotidiani,
ricettari, manifesti affissi sulle fiancate di autobus urbani;
palloni aerostatici ancorati nei pressi di fiere e manifestazioni
nazionali. La campagna prevedeva anche dei comunicati da mettere a
disposizione della stampa, in cui si evidenziava, come <<Il consumo
delle carni ovi-caprine e' in Italia incredibilmente contenuto.
Infatti, nonostante siano da tempo note le qualita' nutritive e le
garanzie di genuinita' del prodotto, esso e' per lo piu' orientato
nella stagione invernale e nelle occasioni natalizie e pasquali ...
quelli a maggior resa in carne come l'agnello del Centro Italia, ...,
trionfano incontrastati. Detto per inciso, non si comprende come mai
la carne prescelta per le occasioni piu' importanti resti negletta
per lunghi periodi.>> Nell'informativa "Mangiare in ecologia:
l'impegno della Federpastori per un maggior consumo delle carni
ovi-caprine" si affermava che <<Va inoltre considerato che un
ulteriore incremento degli insediamenti degli allevamenti ovi-caprini
potrebbe rilevarsi estremamente utile dal punto di vista
socio-economico ... sono regioni in cui la tradizione pastorale e'
ancora forte, nonostante non siano state risparmiate dal fenomeno
dell'esodo ... eppure sono queste zone marginali, ma non interessate
dall'inquinamento che tanti danni sta causando alla nostra
agricoltura, le piu' ricche di insediamenti di allevamenti
ovi-caprini ed anche le piu' adatte al loro incremento ... condizione
di base per lo sviluppo di un prodotto italiano qualitativamente
eccellente, come testimonia l'apprezzamento manifestato dai
consumatori nei confronti ... dell'agnello del Centro Italia.>> In
occasione del convegno interregionale tenutosi ad Ancona nel novembre
1990 <<Riscopriamo l'agnello del Centro Italia. Nella cucina e
nell'alimentazione>>, promosso dall'Associazione Produttori Ovini di
Ancona, dalla Federazione Nazionale Pastori e dall'Unione Nazionale
fra le Associazioni dei Produttori Ovi-Caprini, nell'intervento
programmato dal titolo "Agnello del Centro Italia: prodotto di
qualita' buono tutto l'anno", si affermava che <<Questa occasione
rappresenta una tappa importante per la crescita delle organizzazioni
che operano nel settore e per gli allevatori associati, data l'ampia
zona coinvolta (sei Regioni) e per le caratteristiche di un prodotto
molto apprezzato dai consumatori, come l'agnello del Centro Italia,
che purtroppo soffre una forte concorrenza da parte dei prodotti di
importazione immessi sul mercato locale a prezzi notevolmente
ribassati rispetto a quanto gli allevatori del Centro Italia possono
offrire, tenuto conto dei sempre crescenti costi di produzione.>> Si
ribadiva inoltre come: <<L'agnello del Centro Italia e' un prodotto
che, come sappiamo, e' venuto emergendo come fatto distintivo della
produzione agricola locale ... infatti l'agnello del Centro Italia si
differenzia per il fatto di provenire da soggetti ad attitudine
produttiva carne e proprio percio' si ottiene un'alta resa alla
macellazione, caratteristica questa che il consumatore apprezza
maggiormente.>> L'Agnello del Centro Italia ha trovato un supporto
organizzativo e promozionale anche in istituzioni
tecnico-scientifiche e nella distribuzione tradizionale delle
macellerie ed in questo contesto e' maturata la convinzione che un
marchio di origine fosse la strada da seguire per valorizzare questa
produzione tipica. A tale riguardo il prof. Domenico Maria Sarti,
della Facolta' di Agraria di Perugia, nell'ambito del convegno
tenutosi a Bastia Umbra il 28 marzo 1992, sugli "Aspetti
quanti-qualitativi delle produzioni ovi-caprine", divulgo' un marchio
"Agnello del Centro Italia", gia' sperimentato fin dal dicembre '91.
Tale proposta fu recepita anche dall'Associazione Provinciale Pastori
Coltivatori Diretti di Perugia e dalla Societa' cooperativa
Commissionaria Esercenti Macellai Acquisti Collettivi di Perugia,
entrambe le quali nel 1993, instaurarono - attraverso la stipula di
un accordo quadro di fornitura, in cui veniva riconosciuta la
qualita' del prodotto negli allevamenti tradizionali del centro
Italia - una collaborazione finalizzata anche ad una riconoscibilita'
della carcassa. Infatti, nel punto 4 dell'accordo si conveniva che:
<<Ogni carcassa di agnello deve essere individuata con una fascetta
numerata e riportante la dicitura: "Una rinnovata tradizione
nell'agnello del centro Italia">>. Sempre sullo stesso accordo, al
punto 7, si conveniva che <<... il prezzo degli agnelli verra'
stabilito con cadenza quindicinale sulla base della media dei prezzi
delle rispettive categorie/peso vivo - riportata dal mercuriale delle
Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di
Grosseto, Perugia, Macerata e L'Aquila - ed incrementata del 20%.>>
Al punto 10, inoltre, si precisa che <<... l'esercente e' tenuto a
presentare separatamente il prodotto oggetto del presente accordo e
darne divulgazione al cliente consumatore con cartelloni, adesivi e
con locandine pubblicitarie.>> L'anno successivo venne sottoscritto
un ulteriore accordo quadro di fornitura simile al primo e valevole
fino al 31 dicembre 1995, integrato con un sistema di marchiatura
tramite un logo rappresentante un agnello stilizzato e parzialmente
circoscritto dalla dicitura "Agnello del Centro Italia". La stessa
denominazione ricorre nelle locandine promozionali relative a
numerose sagre di ovini che si sono svolte in diverse localita'
dell'Italia centrale a partire dall'anno 2000, in cui la Federpastori
consigliava, al consumatore, l'Agnello del Centro Italia circondando
il proprio logo con la denominazione stessa. Nel 2004 e nel 2005 sono
stati stipulati due accordi di filiera, tra Ovinmarche e Bovinmarche,
nelle cui premesse si <<intende valorizzare l'agnello ottenuto da
razze e tipi genetici fortemente radicate nel centro Italia ... e
dagli incroci da carne "di seguito definito "Agnello del Centro
Italia">>. Inoltre, al punto 2 si conviene di suddividere il peso
vivo <<compreso da 16 a 25 kg ed agnelli di oltre 25 kg, castrato dal
peso vivo compreso da 40 a 60 kg.>> Nel marzo 2004, a Bastia Umbra,
in occasione della XXXVI edizione Agriumbria, e' stato organizzato il
convegno: "Stato dell'arte dell'I.G.P. Agnello del Centro Italia e
sviluppi futuri". Il prof. Domenico Maria Sarti, nella sua relazione
<<L'I.G.P. a tutela della produzioni dell'agnello da carne tipico
delle Regioni dell'Italia centrale>> poneva in risalto nella premessa
le <<cause che concorrono a relegare il mercato delle nostre carni
ovine in una specie di "terra di nessuno" in cui chiunque e' libero
di entrare con prodotti privi di concrete garanzie sull'origine e
sulle caratteristiche qualitative e troppo spesso spacciandoli al
consumo come agnello del centro Italia.>>. Dopo un excursus storico
sulle diverse fasi organizzative e promozionali dell'agnello del
Centro Italia, presentava alcuni elementi per una proposta di
disciplinare, raccomandando inoltre di <<accelerare i tempi per
attivare la procedura di riconoscimento dell'IGP Agnello del Centro
Italia, per valorizzare sul piano economico questo patrimonio ovino
costituito da soggetti che hanno raggiunto ottimi standard
qualitativi di prodotto e performance di incrementi ponderali.>>
Ulteriori partecipazioni del Comitato promotore IGP Agnello del
Centro Italia alla manifestazione di Agriumbria, sono avvenute nel
2005, nel 2007 e nel 2008. In quest'ultima edizione (la XL) venne
organizzata la Tavola rotonda <<L'agnello del centro Italia: una
rinnovata proposta della tradizione>>, promossa fra l'altro dal
Dipartimento di Biologia applicata dell'Universita' degli Studi di
Perugia, anche dalle organizzazioni di categoria degli allevatori e
dalla Federazione Nazionale Macellai. Nella stesso ambito si tennero,
con ampia partecipazione di visitatori, le prove di assaggio della
carne di Agnello del Centro Italia. La reputazione della
denominazione e' ulteriormente sostenuta da una copiosa
documentazione commerciale di fatture a partire dall'anno 1994,
provenienti da numerosi Comuni della zona di produzione.
Specificita'
Il prodotto e' ottenuto da razze e da incroci da carne fortemente
radicate nell' areale di produzione e alcune di esse traggono il loro
nome dalle realta' ove hanno manifestato il miglior adattamento
all'ambiente e performance produttiva. Questo profondo legame del
patrimonio genetico, derivante da una razza detta genericamente
"appenninica" ed utilizzato per l'ottenimento della carne di Agnello
del centro Italia, ha permesso il maggior vantaggio di questi ovini
nell'accrescimento rispetto ad altre razze /tipi genetici allevati in
zona.
Il sistema di allevamento, si svolge all'aperto, per almeno 8 mesi
l'anno e cio' permette di fare ricorso - anche con la pratica della
transumanza - all'estesa disponibilita' di pascoli ricchi di varieta'
vegetali pabulari, di cui alcune endemiche della zona, grazie a vaste
superfici incluse in parchi/aree protette e ad una gestione ottimale
di pratiche agricole; mentre si differenzia da altri indirizzi
produttivi o da realta' maggiormente siccitose, in cui il ricorso a
mangimi e concentrati proteici e' molto elevato.
Inoltre, la nota managerialita' degli allevatori dell'Agnello del
Centro Italia e la continua selezione dei capi finalizzata al
miglioramento della qualita' e della produttivita', assicurano una
costante specificita' che si e' concretizzata anche in un rapido
accrescimento ponderale.
E' noto che quest'ultima specificita' dell'Agnello del Centro Italia
condiziona positivamente, ed in particolare, altre due
caratteristiche: la tenerezza della carne e una migliore resa alla
macellazione riconosciuta economicamente al produttore dal commercio.
L'accrescimento rapido va a vantaggio dei tessuti che si sviluppano
precocemente, presentando un rapporto carne/ossa, una adiposita'
totale ed un contenuto in lipidi maggiore rispetto a quelli che si
accrescono in maniera piu' lenta.
Inoltre, la misurazione del pH, alla macellazione o tra le 24 e le 30
ore dalla macellazione, rileva come queste caratteristiche vengono
mantenute anche a seguito della macellazione e del raffreddamento
delle carni.
Art. 7 - Controlli
Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare e'
effettuato da un organismo conforme a quanto stabilito dagli articoli
10 e 11 del Reg. (CE) N. 510/2006: Agroqualita' S.p.A., Piazza G.
Marconi n. 25 - 00144 Roma; Tel. 06/54228675; Fax 06/54228692;
E-mail: agroqualita@agroqualita.it.
Art. 8 - Etichettatura
Le carcasse vengono identificate secondo una procedura articolata in
due parti. La prima parte della procedura di identificazione consiste
nell'apporre sulle carcasse - mediante un rullo stampigliatore - la
sigla "A C" che percorre ininterrottamente e in senso longitudinale
ciascun lato della carcassa dalla punta della natica, passando sopra
la coscia, i lombi, il costato, oltrepassando la punta della spalla.
La stampigliatura della meta' destra prosegue fino alla regione del
collo ed eventualmente della testa, se presente. Le specifiche
tecniche della sigla "A C" sono le seguenti: Corpo carattere: 16 pt -
Carattere: Mangal in lettere maiuscole - Colore: monocromatico rosso
- Interlinea: 31 pt - Distanza tra i caratteri A e C: 4,25 pt. La
seconda parte consiste nell'applicazione di due fascette non
riutilizzabili, riportanti il logo della denominazione, la data di
macellazione, il codice alfanumerico progressivo e, nell'ultima
posizione di questo, una tra le seguenti lettere in maiuscolo: L per
agnello leggero; P per agnello pesante; C per castrato. Tali fascette
avvolgono la tibia sinistra e destra di ciascuna carcassa e sono
poste al di sotto dei rispettivi tendini. Possono essere integrate
anche da un codice identificativo elettronico (microchip) o da un Bar
Code. Il colore delle fascette e' bianco per la tipologia agnello
leggero, giallo per l'agnello pesante, marrone per il castrato. Sulle
fascette di colore giallo e marrone la data ed il codice
alfanumerico, eventualmente accompagnato dal Bar Code, sono riportate
all'interno di due spazi rettangolari a sfondo bianco.
La carne e' posta in vendita al consumo a partire da carcasse intere;
da mezzene ottenute da tagli sagittali della carcassa in parti
simmetriche; da quarti anteriori e posteriori; da sesti anteriori e
posteriori; da lombi; in tagli interi o affettati.
Le carni destinate al confezionamento sotto forma di tagli interi o
affettati, nella fase di vendita sono poste in contenitori sigillati.
Le confezioni devono essere composte dalla medesima tipologia di
prodotto prevista nell'Art. 2. Le carni di Agnello del Centro Italia,
devono essere commercializzate provviste di etichetta. L'etichetta
utilizzata deve riportare le seguenti informazioni: logo dell'Agnello
del Centro Italia; la tipologia del prodotto (Leggero - Pesante -
Castrato); simbolo grafico comunitario.
Il logo della denominazione, rappresenta il profilo stilizzato della
testa e del collo di agnello, in colore bianco, posto su uno sfondo
ovale, in colore verde, circoscritto sul bordo medio e alto dalla
dicitura, di colore rosso, "I.G.P. AGNELLO del CENTRO ITALIA". Le
specifiche tecniche del logo sono le seguenti: lunghezza 14 cm;
altezza 8,2 cm; corpo carattere scritta "I.G.P. AGNELLO del CENTRO
ITALIA" 31pt; carattere Helvetica Neue Black in lettere maiuscole ad
esclusione della preposizione "del", la cui scritta e' in minuscolo.
Colori: pant 348 per il verde scomposizione in quadricromia; pant 186
per il rosso scomposizione in quadricromia.
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