Castagna del Partenio - Domanda di registrazione dell'indicazione geografica protetta
L'IGP Castagna del Partenio e' riservata ai frutti delle seguenti varieta' tipiche locali coltivate nella zona geografica dei Comuni di: Avella, Cervinara, Mercogliano, Monteforte Irpino, Mugnano del Cardinale, Ospedaletto d'Alpinolo, Pietrastornina, Quadrelle, Roccabascerana, Rotondi, Sant'Angelo a Scala, San Martino Valle Caudina, Sirignano, Sperone, Summonte ricadenti nella Provincia di Avellino; Arpaia, Arpaise, Forchia, Pannarano, Paolisi, ricadenti nella Provincia di Benevento; Arienzo, ricadente nella Provincia di Caserta; Roccarainola, ricadente nella Provincia di Napoli.: Bionda (o Ionna) di Mercogliano (o del Partenio), Castagna di Summonte, Rossa di San Mango, Santimango (o Santomango), Marrone di Cervinara, Marrone di Pannarano, Marrone di Monteforte Irpino (o Montefortese), Marroncino di S. Martino, Santucosimo (o Santo Cosimo) di Arpaise.
MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, DELLA SOVRANITA' ALIMENTARE E DELLE FORESTE
COMUNICATO
Domanda di registrazione dell'indicazione geografica protetta «Castagna del Partenio» e pubblicazione del disciplinare di produzione. (24A05170)
(GU n.238 del 10-10-2024)
Il Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e
delle foreste, esaminata la domanda intesa ad ottenere la
registrazione del nome «Castagna del Partenio» come indicazione
geografica protetta, ai sensi del regolamento (UE) n. 2024/1143 del
Parlamento e del Consiglio dell'11 aprile 2024, presentata dal
Comitato promotore per la registrazione della indicazione geografica
protetta «Castagna del Partenio», acquisito il parere favorevole
della Regione Campania e a seguito della riunione di pubblico
accertamento tenutasi il giorno 18 settembre 2024, nel Comune di
Summonte (AV), provvede come previsto dall'art. 9, comma 1, del
decreto ministeriale 14 ottobre 2013, alla pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del disciplinare di
produzione affinche' ogni persona fisica o giuridica avente un
interesse legittimo e residente sul territorio nazionale possa fare
opposizione alla domanda di registrazione.
Le eventuali opposizioni, adeguatamente motivate, relative alla
domanda di registrazione, dovranno pervenire al Ministero
dell'agricoltura della sovranita' alimentare e delle foreste -
Dipartimento della sovranita' alimentare e dell'ippica - Direzione
generale per la promozione della qualita' agroalimentare - Ufficio
PQA1 - via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma, indirizzo pec:
aoo.pqa@pec.masaf.gov.it - entro e non oltre trenta giorni dalla data
di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana
del presente disciplinare di produzione, dalle sole persone fisiche o
giuridiche aventi un interesse legittimo e residenti sul territorio
nazionale.
Dette opposizioni sono ricevibili se pervengono al Ministero nei
tempi sopra esposti, pena irricevibilita' nonche', se con adeguata
documentazione, dimostrano la mancata osservanza delle condizioni di
cui all'art. 46 e all'art. 49, paragrafo 1 del regolamento (UE) n.
2024/1143;
Dimostrano che la registrazione del nome proposto e' contraria
all'art. 48, paragrafo 1 e 2, all'art. 29 paragrafo 1 e 2 e all'art.
30 del regolamento (UE) n. 2024/1143;
Dimostra che la registrazione del nome proposto danneggia
l'esistenza di un nome omonimo o parzialmente omonimo o di un
marchio, oppure l'esistenza di prodotti che si trovano legalmente sul
mercato da almeno cinque anni prima della data di pubblicazione di
cui all'art. 15 paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 2024/1143;
Forniscono elementi sulla cui base si puo' concludere che il nome
di cui si chiede la registrazione e' un termine generico.
Il Ministero, ove le ritenesse ricevibili, seguira' la procedura
prevista dal decreto ministeriale n. 12511 del 14 ottobre 2013,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - n.
251 del 25 ottobre 2013, prima dell'eventuale trasmissione della
suddetta domanda di registrazione alla Commissione europea.
Decorso tale termine, in assenza delle suddette opposizioni o
dopo la loro valutazione ove pervenute, la gia' menzionata domanda
sara' notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 10,
paragrafo 6 del regolamento (UE) n. 2024/1143, ai competenti organi
unionali.
Allegato
Disciplinare di produzione della indicazione geografica protetta (IGP) «Castagna del Partenio»
Art. 1.
Denominazione
L'indicazione geografica protetta (I.G.P.) «Castagna del
Partenio» e' riservata ai frutti allo stato fresco, essiccati in
guscio tostati e reidratati, essiccati sgusciati interi, pelati
interi cotti a vapore, pelati interi, della specie Castanea sativa
Mill. (castagno europeo) che rispondono alle condizioni ed ai
requisiti stabiliti dal regolamento (UE) n. 2024/1143 e dal presente
disciplinare di produzione.
Art. 2.
Caratteristiche del prodotto
L'indicazione geografica protetta (I.G.P.) «Castagna del
Partenio» e' riservata ai frutti delle seguenti varieta' tipiche
locali coltivate nella zona geografica di cui all'art. 3: Bionda (o
Ionna) di Mercogliano (o del Partenio), Castagna di Summonte, Rossa
di San Mango, Santimango (o Santomango), Marrone di Cervinara,
Marrone di Pannarano, Marrone di Monteforte Irpino (o Montefortese),
Marroncino di S. Martino, Santucosimo (o Santo Cosimo) di Arpaise.
All'atto dell'immissione al consumo il prodotto deve rispondere
alle caratteristiche di seguito riportate:
a) castagne allo stato fresco:
frutto: di forma asimmetrica tendenzialmente globosa;
pezzatura: non piu' di 120 frutti per kg di prodotto fresco
selezionato o calibrato;
pericarpo: di colore castano bruno, tendenzialmente
rossastro, con strie scure generalmente poco evidenti, di spessore
sottile e di consistenza tenace, facilmente distaccabile
dall'episperma;
seme: di colore bianco latteo, con consistenza dura,
tessitura porosa, di sapore dolce;
episperma: sottile, di colore marrone chiaro, poco
approfondito nel seme, mediamente aderente, facilmente distaccabile
alla pelatura;
composizione chimica della parte commestibile: - acqua: 51 -
56 g/100 g;
proteine: 2,8 - 3,2 g/100 g;
lipidi: 1,8 - 2,2 g/100 g;
glucidi totali: maggiori di 40 g/100 g;
di cui zuccheri solubili: maggiori di 9 g/100 g.
Circa la presenza di frutti bacati, deformati, ammuffiti,
raggrinziti valgono i limiti di tolleranza di cui alle norme generali
di commercializzazione degli ortofrutticoli freschi e trasformati
(Allegato I, parte A, del regolamento (CE) n. 543/2011) e successive
modificazioni ed integrazioni.
Il prodotto deve essere immune da infestazione attiva di
qualsiasi natura. A partire dalle castagne allo stato fresco possono
essere ottenute:
b) castagne essiccate in guscio, tostate e reidratate:
di forma asimmetrica, tendenzialmente globosa, consistenza
morbida, sapore del frutto sbucciato particolarmente dolce;
calibratura: non piu' di 90 frutti per kg;
umidita' del frutto interno: dal 15 al 20%;
resa in secco del prodotto in guscio: non superiore al 60% in
peso;
pericarpo: di spessore sottile e consistenza tenace,
facilmente distaccabile dal frutto.
Circa la presenza di frutti bacati, deformati, ammuffiti,
raggrinziti valgono i limiti di tolleranza di cui alle norme generali
di commercializzazione degli ortofrutticoli freschi e trasformati
(Allegato I, parte A, del regolamento (CE) n. 543/2011) e successive
modificazioni ed integrazioni.
Il prodotto deve essere immune da infestazione attiva di
qualsiasi natura.
c) castagne essiccate sgusciate intere:
di forma globosa, consistenza croccante, sapore dolce;
calibratura: non piu' di 300 frutti per kg;
umidita' nel frutto secco intero: non superiore al 15 %;
resa in secco prodotto sgusciato: non superiore al 45% in
peso.
Circa la presenza di frutti bacati, deformati, ammuffiti,
raggrinziti valgono i limiti di tolleranza di cui alle norme generali
di commercializzazione degli ortofrutticoli freschi e trasformati
(Allegato I, parte A, del regolamento (CE) n. 543/2011) e successive
modificazioni ed integrazioni.
Il prodotto deve essere immune da infestazione attiva di
qualsiasi natura.
d) castagne pelate intere:
di forma globosa, consistenza tendenzialmente elastica,
sapore dolce;
calibratura: non piu' di 200 frutti per kg;
presenza di episperma sui frutti: non piu' del 3%;
presenza di frutti bruciati: non piu' del 5%.
e) castagne pelate intere cotte a vapore:
di forma globosa, consistenza morbida, sapore dolce;
calibratura: non piu' di 200 frutti per kg;
presenza di episperma sui frutti: non piu' del 3%;
presenza di frutti bruciati: non piu' del 5%.
Art. 3.
Zona di produzione
La zona di produzione della I.G.P. «Castagna del Partenio», di
cui al presente disciplinare, comprende l'intero territorio
amministrativo dei Comuni di: Avella, Cervinara, Mercogliano,
Monteforte Irpino, Mugnano del Cardinale, Ospedaletto d'Alpinolo,
Pietrastornina, Quadrelle, Roccabascerana, Rotondi, Sant'Angelo a
Scala, San Martino Valle Caudina, Sirignano, Sperone, Summonte
ricadenti nella Provincia di Avellino; Arpaia, Arpaise, Forchia,
Pannarano, Paolisi, ricadenti nella Provincia di Benevento; Arienzo,
ricadente nella Provincia di Caserta; Roccarainola, ricadente nella
Provincia di Napoli.
Art. 4.
Prova dell'origine
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando
per ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso
l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di
controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la
produzione degli agricoltori e dei condizionatori, nonche' attraverso
la denuncia alla struttura di controllo dei quantitativi prodotti, e'
garantita la tracciabilita' del prodotto. Tutte le persone, fisiche o
giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, sono assoggettate al
controllo da parte della struttura di controllo, secondo quanto
disposto dal disciplinare di produzione e del relativo piano di
controllo.
Art. 5.
Metodo di ottenimento
Le condizioni ed i sistemi di coltivazione dei castagneti da
frutto destinati alla produzione della I.G.P. «Castagna del Partenio»
devono essere quelli tradizionali della zona, e comunque atti a
conferire al prodotto che ne deriva, le specifiche caratteristiche
qualitative di cui all'art. 2.
Per quanto riguarda la tecnica colturale da adottare, essa e' la
seguente:
Il portinnesto e' il «franco» da seme. Possono essere
utilizzati anche i soggetti selvatici nati spontaneamente nei boschi
dell'area geografica di cui all'art. 3. Le tecniche di innesto da
utilizzare sono quelle «a zufolo», «a spacco», «a triangolo», «a
gemma» e «a corona».
Nei nuovi impianti, dopo la preparazione della parcella, i lavori
preparatori e complementari e la concimazione di fondo, le piante
vanno distribuite secondo una disposizione geometrica che preveda la
costituzione di filari paralleli fra loro e di interfilari che
consentano il transito delle macchine.
I sesti devono essere del tipo a quadrato, a rettangolo o a
quinconce purche' non si superino le 200 piante ad ettaro. Tale
densita' per ettaro va rispettata anche nei lavori di diradamento o
infittimento di castagneti da frutto gia' esistenti.
Le forme di allevamento utilizzate negli impianti gia' esistenti
e da utilizzare anche per gli impianti ex-novo sono del tipo a volume
semilibero (vaso). La potatura di produzione deve essere eseguita
razionalmente in modo da assicurare la migliore qualita' del prodotto
ed al fine di evitare l'invecchiamento precoce della pianta. Sulle
piante di castagno vetuste e in stato di abbandono, su cui abbondano
rami vecchi e secchi, si deve effettuare una potatura piu' intensa,
tale da stimolare un ringiovanimento della pianta, con la emissione
di nuovi rami.
Le lavorazioni del suolo successive all'impianto non si
effettuano, al fine di favorire lo sviluppo di una sufficiente cotica
erbosa. Vanno pero' realizzate e manutenute efficienti opere di
sistemazione idraulico forestale necessarie alla regimazione delle
acque, tra cui le lunette e i gradoni.
Per la pulitura del sottobosco non e' ammesso il diserbo chimico,
ma solo quello meccanico o fisico.
Raccolta: le castagne vengono raccolte a terra dopo la loro
naturale caduta dalle piante; sono ammessi mezzi meccanici
agevolatori a condizione che non alterino le caratteristiche
qualitative fissate dal presente disciplinare. Essa inizia il 20
settembre di ogni anno e termina entro il 10 novembre. La produzione
unitaria massima di frutti e' fissata in 5 tonnellate ad ettaro.
Operazioni di post-raccolta e conservazione:
a) castagne allo stato fresco:
Dopo la raccolta, le castagne sono sottoposte alle operazioni
di cernita e calibratura, aventi lo scopo di eliminare i frutti non
idonei al mercato del fresco e gli eventuali corpi estranei (pietre,
foglie, ecc.); dette operazioni sono eseguite manualmente o con
idonee calibratrici meccaniche od anche con selezionatrici
ottiche/digitali, rispettando sempre l'integrita' del prodotto.
Successivamente esse possono essere assoggettate ad uno o
piu' dei seguenti processi, al fine di garantire la
commercializzazione di un prodotto qualitativamente migliore e per
garantire un periodo di tempo piu' lungo di conservazione:
sanificazione mediante termoidroterapia, consistente
nell'immergere le castagne in vasche contenenti acqua alla
temperatura di 40° - 50° per circa 35 - 50 minuti;
curatura o idroterapia, consistente nel tenere immerse le
castagne in vasche contenenti acqua a temperatura ambiente per un
periodo massimo di 8 giorni.
Asciugatura: dopo l'utilizzazione di uno qualunque dei due
suddetti processi, le castagne vengono asciugate attraverso continui
travasi in grossi contenitori in legno, acciaio o plastica. Tale
operazione puo' essere eseguita anche con l'ausilio di essiccatoi a
ventilazione forzata.
La successiva conservazione dei frutti puo' essere attuata:
con refrigerazione in celle frigorifero in atmosfera
normale, a temperatura compresa tra 0 e 2°C e umidita' relativa del
90-95%;
con refrigerazione in atmosfera controllata;
mediante trattamento di sanificazione con immissione di
ozono nell'aria dei locali di deposito delle castagne.
b) castagne essiccate in guscio, tostate e reidratate:
Le castagne in guscio vengono prima essiccate secondo la
tradizionale tecnica locale, su graticci, a fuoco lento e continuo,
alimentato da legna di qualunque essenza, o attraverso essiccatoi ad
aria; successivamente esse vengono tostate, utilizzando forni
funzionanti con resistenze elettriche o pompe erogatrici di calore,
ed infine reidratate, bagnandole per almeno una settimana per
renderle morbide, fino a conseguire un'umidita' del frutto interno
del 15-20%.
c) castagne essiccate sgusciate intere:
Dopo aver subito l'essiccazione, ottenuta attraverso uno dei
metodi descritti alla lettera b), le castagne in guscio vengono
liberate dell'epicarpo e dell'episperma manualmente, o anche
meccanicamente per mezzo di sgusciatrici purche' in quest'ultimo caso
venga salvaguardata l'integrita' e la qualita' del frutto.
d) castagne pelate intere:
La pelatura delle castagne puo' avvenire con i metodi a
vapore o con la tecnica a fuoco, detta anche brulage.
Le castagne pelate intere possono essere conservate
attraverso surgelazione in tunnel specifici a temperature di -50° e
poste successivamente in celle a temperature di -18/-20°C per un
periodo fino a 24 mesi;
e) castagne pelate intere cotte a vapore:
Le castagne pelate intere sopra descritte, anche se
surgelate, possono essere successivamente cotte a vapore in
autoclave.
Al fine di consentire un'agricoltura ecosostenibile, orientata
verso la tutela della salute dell'uomo e la salvaguardia
dell'ambiente, l'irrigazione, la concimazione e la difesa
fitosanitaria devono essere effettuate nel rispetto dei disciplinari
di produzione integrata approvati dalla Regione Campania.
Art. 6.
Legame con la zona geografica
La richiesta di riconoscimento della denominazione «Castagna del
Partenio» si basa sulla sua reputazione e su alcune caratteristiche
distintive qualitative dei frutti immessi al consumo o destinati alla
trasformazione.
Caratteristiche qualitative distintive: le caratteristiche
pedologiche e climatiche del territorio permettono ai castagneti da
frutto di vegetare nelle migliori condizioni che contribuiscono a
conferire al prodotto quelle qualita' organolettiche tipiche che
contraddistinguono le castagne del Partenio, facendole apprezzare,
non solo sul mercato del fresco ma anche dalle industrie dolciarie di
trasformazione, che per tali motivi, e per la concomitante presenza
del nocciolo, sono andate insediandosi, nel corso dei decenni, nella
zona, dando luogo ad un importante e significativo polo dolciario.
La zona di produzione della «Castagna del Partenio» comprende
ventidue comuni ricadenti nel complesso montuoso del Partenio che fa
parte del versante campano dell'Appennino meridionale che per la sua
posizione, tocca praticamente le cinque province della Campania e per
la vicinanza dal mare esercita una fondamentale funzione di
separazione tra aree di insediamento antropico diverse.
Il Partenio, per le sue caratteristiche pedoclimatiche, e' un
territorio particolarmente vocato alla castanicoltura da frutto. La
piovosita' registrata e' una delle piu' alte del territorio
nazionale, la temperatura media oscilla tra i 18-26° nel mese di
luglio, e di 0 e -3° nel mese di gennaio, con oscillazioni che
dipendono dall'altitudine, senza dimenticare la relativa vicinanza
del mare. Per quanto riguarda le caratteristiche dei suoli, l'areale
di coltivazione della «Castagna del Partenio» e' caratterizzato da un
substrato di calcari del mesozoico, su di cui compaiono ampie ed a
volte profonde stratificazioni di materiale sciolto, incoerente come
tufi, ceneri, derivanti dalle antiche e recenti eruzioni dei vulcani
campani ed in particolare del Vesuvio. Questi peculiari elementi
naturali, unitamente alla secolare e tradizionale opera dell'uomo,
alle sue capacita', alla sua continua ricerca e messa in atto di
tecniche adeguate e migliorative, hanno contribuito a creare una vera
«cultura» del castagno nella zona di produzione.
La «Castagna del Partenio», per i motivi anzidetti, presenta
caratteristiche qualitative che la fanno distinguere da altre
castagne, caratteri che sono soprattutto la dolcezza dei frutti, la
loro facile pelabilita', ma anche una tessitura porosa (intesa come
buona capacita' di assorbimento dell'acqua per l'alta presenza di
spazi vuoti nel frutto), caratteristiche richieste particolarmente
dall'industria dolciaria locale (in Irpinia risiede il polo
industriale legato al castagno piu' importante d'Europa), in
particolare per la produzione dei marron glace' e della castagna del
prete, una castagna essiccata, tostata e reidratata, che secondo
alcuni storici ha trovato nel Partenio il suo luogo di nascita.
Le sue caratteristiche distintive di dolcezza, porosita' e facile
pelabilita' dei frutti, descritte nell'art. 2, sono state confermate
da analisi chimico-fisiche rilasciate dal CNR Istituto di scienze
dell'alimentazione, che ha sede ad Avellino, e da un confronto con
altre determinazioni analitiche di altri prodotti analoghi di diversa
provenienza.
Notorieta' nel passato e nel presente della denominazione: la
zona geografica dell'IGP e la stessa castanicoltura sono da secoli
fortemente condizionate dalla presenza dell'Abbazia di Montevergine.
Posta sulla sommita' del Partenio e costruita nel IX secolo da San
Guglielmo da Vercelli, da secoli e' meta di pellegrini e turisti
provenienti da tutto il mondo. Furono proprio i benedettini, che
dimoravano nell'abbazia, infatti, ad avviare l'attivita' di
coltivazione del castagno nella zona. Essi possedevano grandi
proprieta' fondiarie, agricole e forestali e per provvedere alla
gestione ed al miglioramento dei propri beni fondiari, in particolare
dei castagneti, ospitavano valentissimi agronomi, tra i migliori del
tempo, che scoprirono e diffusero in tutta la Campania i migliori
«inserti», corrispondenti alle migliori varieta' ancestrali
dell'intera Irpinia e del Partenio in particolare.
Nei secoli successivi si ando' sviluppando, nell'area, una vera e
propria «civilta' del castagno», ricca di usi, tradizioni, norme
giuridiche, statuti comunali, tecniche agronomiche, controllo dei
boschi e del territorio, tutto fatto con lo scopo di proteggere e
valorizzare questa preziosa pianta, che si presentava come la
principale, spesso, unica fonte di sostentamento della popolazione
montana. Lo sfruttamento del castagno e del suo frutto divenne cosi',
nel corso del tempo, l'asse economico primario per ogni famiglia
della zona, come testimoniano contratti e testamenti in cui si
accenna alla vendita o donazione di una selva, o a un taglio di
castagno che poi veniva utilizzato nella costruzione dei palazzi e
delle navi del Regno di Napoli.
All'importante pellegrinaggio di Montevergine, tantissimi
storici, scrittori e poeti, anche di chiara fama, hanno dedicato
opere e scritture nel corso dei secoli fino ai nostri giorni, perche'
affascinati dai riti popolani che prevedono la scalata impervia del
monte sacro. Le loro testimonianze non solo sono un inno alla
devozione popolare ma anche un'attestazione inequivocabile della
bellezza dei luoghi e della maestosa presenza dei castagneti
attraversati nella scalata del Partenio.
A partire dal dopoguerra, nei paesi e villaggi rurali del
Partenio, la ricorrenza della raccolta delle castagne era ed e'
celebrata da Sagre e feste autunnali, della durata di un paio di
giorni. Spesso erano un motivo di orgoglio e di competizione tra
comuni e contrade su chi organizzava meglio i luoghi, i temi, le
luci, oltre a chi poteva presentare le castagne piu' belle. Tra le
Sagre che tuttora si celebrano, si citano quelle di Cervinara,
Summonte, Pannarano, Arpaise, Avella, Monteforte Irpino e Ospedaletto
d'Alpinolo.
La denominazione «Castagna del Partenio» e' presente ed
utilizzata, da tempo immemorabile, non solo nei reperti storici e di
archivio presenti nelle biblioteche locali, del parco e dei comuni
del comprensorio, ma anche nei convegni scientifici, negli articoli
tecnici, nei testi promozionali, negli atti della Regione Campania,
nelle insegne stradali della zona. Oggi, con le nuove tecnologie
digitali, e' possibile conoscere sulla rete web tutto su questo
prodotto: la sua storia, le sue peculiarita', il suo utilizzo in
cucina, come e dove poterlo acquistare. Magazine, network e testate
nazionali specializzate nel settore dell'ortofrutta, blog di cucina e
media vari dedicano sempre piu' spesso servizi televisivi, articoli
sul prodotto ed interviste agli operatori della filiera.
Un'indagine svolta dall'assessorato agricoltura della Regione
Campania nel 1980 sulle filiere del castagno, noce e nocciolo,
presentata ad un convegno nazionale nello stesso anno, evidenzia la
presenza, tra le varieta' censite in Provincia di Avellino, anche del
gruppo varietale della «Castagna del Partenio», con un peso
percentuale del 15% sul totale castanicolo provinciale. Il prof.
Giorgio Grassi, direttore dell'Istituto sperimentale per la
frutticoltura e consulente tecnico scientifico del Ministero
dell'agricoltura nel settore castanicolo, indica, in uno studio
presentato al Convegno nazionale sul castagno a Cuneo (1990) tra le
varieta' di maggiore commercio e lavorazione, il gruppo varietale che
compone la «Castagna del Partenio».
La denominazione ha ormai un uso consolidato anche nel commercio
da parte degli operatori della filiera, come dimostrano le etichette
utilizzate sul prodotto esitato e le fatture commerciali, datate e
recenti. Primarie aziende dolciarie del polo industriale irpino, che
e' il primo polo castanicolo europeo, attestano di apprezzare
particolarmente le castagne del Partenio, per le loro ottime
caratteristiche qualitative in quanto a dolcezza, pelabilita' e
porosita', superiori ad altre castagne campane ed estere.
Oggi l'area del Partenio e' diventata, gia' da diversi anni, un
polo produttivo tra i piu' importanti a livello regionale ma anche
nazionale, per quello che riguarda il mercato delle castagne fresche
e trasformate.
Art. 7.
Controllo
La verifica del rispetto del disciplinare dell'IGP «Castagna del
Partenio», come richiesto dall'art. 39 del Reg. UE n. 1143/2024, e'
effettuata dal Dipartimento qualita' agroalimentare (DQA), con sede
in via G. Tomassetti n. 9 - 00161 Roma, pec:
affarigenerali@pec.dqacertificazioni.it - email:
info@dqacertificazioni.it - tel: 06 85451246.
Art. 8.
Etichettatura e confezionamento
Sulle confezioni di vendita le etichette dovranno riportare a
caratteri di stampa, chiari e leggibili: il simbolo europeo dell'IGP
la denominazione «Castagna del Partenio», seguita dall'indicazione
geografica protetta (o dal suo acronimo IGP) e il logotipo di cui al
presente articolo.
All'indicazione geografica protetta «Castagna del Partenio», e'
vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente
prevista dal presente disciplinare di produzione, ivi compresi gli
aggettivi: «fine», «scelto», «selezionato», «superiore». Sono ammessi
riferimenti veritieri e documentabili atti ad evidenziare l'operato
delle imprese produttrici, quali: «il nome della cultivar utilizzata»
o «prodotto raccolto a mano». E' consentito l'uso veritiero di nomi,
ragioni sociali, marchi privati, purche' non abbiano significato
laudativo e non siano tali da trarre in inganno il consumatore. L'uso
di altre indicazioni geografiche e' vietato.
Dovranno inoltre essere indicati: nome, ragione sociale e
indirizzo del produttore e del confezionatore e tutti gli elementi
previsti dalla normativa corrente.
Norme specifiche in materia di confezionamento:
confezionamento prodotto fresco: il prodotto deve essere posto
in vendita in contenitori con capienza da un minimo di 250 g fino ad
un massimo di 25 kg, realizzati con materiale consentito dalle
normative nazionali e comunitarie;
confezionamento prodotto essiccato in guscio, tostato e
reidratato: le castagne essiccate in guscio e quelle essiccate,
tostate e reidratate vanno commercializzate in confezioni, consentite
dalle normative nazionali e comunitarie, contenenti una quantita' di
prodotto variabile da un minimo di 50 g ad un massimo di 25 Kg;
confezionamento prodotto essiccato sgusciato: le castagne
essiccate sgusciate vanno commercializzate in confezioni, consentite
dalle normative nazionali e comunitarie, contenenti una quantita' di
prodotto variabile da un minimo di 50 g ad un massimo di 25 Kg;
confezionamento prodotto pelato intero e pelato intero cotto a
vapore: le tipologie di confezionamento per le castagne pelate intere
ed anche di quelle cotte a vapore sono quelle ammesse dalla normativa
vigente per tale prodotto, a condizione che non ne vengano alterate
le caratteristiche di qualita' di cui all'art. 2. Non e' ammessa la
presenza di corpi estranei di qualsiasi natura;
E' ammesso il confezionamento «sottovuoto» con «atmosfera
protettiva» e del prodotto surgelato. In tutti i casi le confezioni
dovranno essere sigillate in modo tale da impedire che il contenuto
possa essere estratto senza la rottura del sigillo.
Logotipo:
Il logo e' di forma circolare, composto da un anello esterno di
colore marrone con codice CMYK (C: 18, M: 100, Y: 94, K: 72), con
un'alta concentrazione di magenta, dove al suo interno si trova la
scritta «CASTAGNA DEL PARTENIO» nella parte superiore a semicerchio
di colore bianco con codice CMYK (C: 0, M: 0, Y: 0, K: 0), e nella
parte inferiore, sempre a semicerchio e di colore bianco, si trova
l'acronimo «I.G.P.», ed il font utilizzato per entrambe le scritte e'
«TITANIA MF».
All'interno dell'anello esterno si trova sullo sfondo una
montagna di cui il riempimento e' di colore marrone con codice CMYK
(C: 18, M: 100, Y: 94, K: 72) con tre cime disegnate (che richiamano
la conformazione del complesso montuoso del Partenio presente anche
negli stemmi di alcuni comuni dell'area), e delineata in maniera
irregolare da una linea di contorno di colore giallo/oro con codice
CMYK (C: 18, M: 100, Y: 94, K: 72). In sovrapposizione alla montagna
e' disegnata una castagna inclinata di 44° verso sinistra di colore
bianco con codice CMYK (C: 0, M: 0, Y: 0, K: 0), con la all'interno
cinque linee curve di colore marrone con codice CMYK (C: 18, M: 100,
Y: 94, K: 72).
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