Cerveteri Doc
La zona di produzione delle uve ammessa alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata «Cerveteri» è costituita, dagli interi territori dei comuni di Cerveteri, Ladispoli, Santa Marinella e Civitavecchia e da parte dei territori dei comuni di Roma, Allumiere e Tolfa, tutti in provincia di Roma e da parte del comune di Tarquinia in provincia di Viterbo.
Tale zona è così delimitata: a nord-ovest il limite segue dalla foce verso nord il fiume Mignone sino alla località Pietrara, prende poi per la strada che porta a c.le Lazi e prima di giungervi, piega verso nord-est per la strada che costeggia il corso del Mignone passando per c.le Germini (q.27), c.le Corpaccio (q.25) e a sud della località Spalle di S. Maria fino ad incrociare, in prossimità della q.27, il confine di provincia di Roma e Viterbo. Segue verso nord-est il confine provinciale lungo il corso del Mignone sino a incontrare la strada ferrata, quindi lungo questa scende verso sud-ovest sino al confine di provincia, in prossimità di Poggio dell’Aretta, prosegue lungo questi nella stessa direzione sino ad incrociare il confine del comume di Civitavecchia presso c. Sterpeto. Da qui segue il confine comunale tra Civitavecchia e Al lumiere prima e quello tra Santa Marinella e Allumiere poi sino in provincia di m. Quartuccio; prosegue quindi verso sud lungo il confine tra Santa Marinella e Tolfa raggiungendo in località le Fondacce la quota 48 da dove, lungo una retta immaginaria verso est, raggiunge il punto di confluenza del fosso di Chiavaccio con rio Fiume, e sul proseguimento la strada per Santa Severa in prossimità del km 3,5. Il limite prosegue quindi verso est per la strada che porta alla q.144 del m. Fagiolano e ne discende per il sentiero che conduce a q.61 in prossimità del fosso Smeraldo. Da q.61 segue una linea retta in direzione sud-est fino a raggiungere la q.97 sul sentiero che conduce alla Cava di Caolino, prosegue per tale sentiero passando a sud della q.118 fino a incontrare il segno convenzionale di muro a secco che delimita la r.va Pian Sultano e lungo la medesima prosegue passando per le quote 44, 116 e 129 il località Castellaccio.
Inventario delle principali varietà di uve da vino
MALVASIA BIANCA DI CANDIA
MONTEPULCIANO N.
TREBBIANO TOSCANO
SANGIOVESE N.
LEGAME CON LA ZONA GEOGRAFICA DOC "Cerveteri"
Informazioni sulla zona geografica:
Il legame con la zona geografica delimitata della DOC “Cerveteri” è comprovato dai seguenti elementi contenuti nel disciplinare:
- dalle specifiche caratteristiche pedologiche, orografiche e climatiche della zona geografica delimitata, che ricade nella parte litoranea centrosettentrionale della regione Lazio, in Provincia di Roma e di Viterbo. Tale zona comprende un territorio pianeggiante o dolcemente collinare (altitudine dei terreni coltivati a vite compresa tra i 5 e i 400 m s.l.m.) con pendenze poco accentuate e con l’esposizione generale orientata verso ovest. I terreni, di origini vulcanica derivanti da depositi vulcanici o di origine alluvionale ed interessati parzialmente dalle formazioni vulcaniche con presenza di dune antiche e dune costiere di sabbie consolidate, sono idonei ad una vitivinicoltura di qualità. Il clima dell’area è arido nei mesi estivi, temperato nei mesi di maggio e settembre, sub-umido nel mese di ottobre ed umido nei restanti mesi dell’anno con una precipitazione media di 710 mm annui di pioggia;
- dalla peculiare composizione varietale dei vigneti e dalle specifiche forme di allevamento, sesti di impianto, sistemi di potatura e tecniche di coltivazione dei vigneti. I vitigni idonei alla produzione del vino in questione sono il Trebbiano toscano, localmente detto Procanico, la Malvasia di Candia, il Montepulciano ed il Sangiovese; per i nuovi impianti e reimpianti la densità non può essere inferiore a 3.300 ceppi per ettaro e le forme di allevamento (con l’esclusione del tendone), i sesti d’impianto e i sistemi di potatura sono quelli tradizionali e tali da perseguire la migliore e razionale disposizione sulla superficie delle viti e l’esposizione della superficie fogliare. Le non elevate rese produttive (98 hl/ha per le tipologie bianche e 91 hl/ha per le tipologie rosso e rosato), contribuiscono a conferire ai vini particolare personalità e complessità;
Informazioni sul prodotto:
Il legame con la zona geografica delimitata della DOC “Cerveteri” è comprovato dai seguenti elementi contenuti nel disciplinare: - dalle peculiari caratteristiche qualitative ed organolettiche delle tipologie di prodotti qualificati con la DOC attribuibili all’ambiente geografico, comprensivo dei fattori umani, che hanno inciso sull’intero processo di produzione. Le quattro tipologie di vino bianco (“bianco”, “bianco amabile”, “bianco frizzante e “Trebbiano o Procanico”) e le due tipologie di vino rosato (“rosato” e “rosato frizzante”) dal punto di vista analitico ed organolettico presentano un discreto tenore di acidità, un colore giallo paglierino più o meno intenso ed un rosato più meno intenso; in tutte le tipologie si riscontrano aromi floreali e fruttati. Le due tipologie di vino rosso (“rosso” e “rosso amabile”) ed a dal punto di vista analitico ed organolettico presentano un modesto tenore di acidità, il colore è rosso rubino più o meno intenso, con aromi floreali e fruttati (bacche e drupe) tipici delle cultivar dei vitigni di base. Al sapore tutti i vini presentano un’acidità normale, un amaro poco percepibile, poca astringenza e buona struttura, che contribuiscono al loro equilibrio gustativo.
Legame causale:
Il legame con la zona geografica delimitata della DOC “Cerveteri” è comprovato dai seguenti elementi contenuti nel disciplinare: - dall’interazione tra le peculiarità ambientali, la tradizione storica e le tecniche produttive che permettono di ottenere le specifiche qualità delle tipologie dei vini DOC in questione, la cui rinomanza e reputazione sono consolidate. In sintesi, La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Caere”, dagli Etruschi passando per i Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Cerveteri”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Cerveteri”, le cui peculiari caratteristiche sono descritte all’articolo 6 del disciplinare.