Farro di Monteleone di Spoleto Dop
Il Farro di Monteleone di Spoleto è un ecotipo locale della specie Triticum dicoccum tipico dell’area montana dell’area sud est della Provincia di Perugia che comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di Monteleone di Spoleto e Poggiodomo e parte del territorio amministrativo dei comuni di Cascia, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Scheggino
«FARRO DI MONTELEONE DI SPOLETO»
N. CE: IT-PDO-0005-0603-11.05.2007
IGP ( ) DOP ( X )
1. Denominazione:
«Farro di Monteleone di Spoleto»
2. Stato membro o paese terzo:
Italia
3. Descrizione del prodotto agricolo o alimentare:
3.1. Tipo di prodotto (Allegato II):
Classe 1.6.
Ortofrutticoli e cereali freschi e trasformati.
3.2. Descrizione del prodotto a cui si applica la denominazione di (1):
Il «Farro di Monteleone di Spoleto» è un ecotipo locale della specie Triticum dicoccum tipico della zona di produzione che ha assunto, grazie all’adattamento nel tempo al clima ed ai terreni, le seguenti singolari caratteristiche morfo-fisiologiche che lo distinguono dal farro ottenuto in altre zone geografiche: habitus primaverile; altezza della pianta inferiore a 120 cm; grado di accestimento medio; portamento semieretto a fine accestimento; piante con culmi e foglie sottili con glaucescenza variabile da debole a media; spiga di piccole dimensioni, tendenzialmente piatta, di colore bianco sporco a completa maturazione; glumelle strettamente aderenti alla cariosside; cariosside con abbondante peluria apicale, pronunciata curvatura, a frattura vitrea; di colore marrone chiaro ambrato, caratteristica che conferisce un particolare carattere di differenziazione, riscontrabile in tutti i prodotti anche dopo la molitura. Il «Farro di Monteleone di Spoleto» viene immesso al consumo nelle seguenti tipologie: FARRO INTEGRALE: chicchi allungati e ricurvi di colore marrone chiaro ambrato, spogliato della pula, al palato risulta consistente e asciutto; FARRO SEMIPERLATO: differisce da quello integrale per una leggera abrasione della superficie della cariosside che resta intera, più chiaro dell’integrale ed al palato risulta più morbido, perciò indicato per minestre ed insalate; FARRO SPEZZATO: ottenuto dai chicchi di farro integrale svestiti della pula spezzando ogni chicco in più parti e successivamente selezionato nel calibro attraverso una macchina vagliatrice, presenta una colorazione marrone chiaro ambrato ed un aspetto caratterizzato da scaglie vitree; SEMOLINO DI FARRO: è ottenuto per molitura del farro integrale, si presenta con calibro più fine dello spezzato ma non polveroso per la sua caratteristica vitrea, al palato si dissolve con una sensazione di pastosità, il colore è marrone molto chiaro.
3.3. Materie prime (solo per i prodotti trasformati):
—
3.4. Alimenti per animali (solo per prodotti di origine animale):
—
3.5. Fasi specifiche della produzione che devono avvenire nella zona geografica identificata:
Le operazioni di produzione e di svecciatura, decorticazione, smerigliatura, spezzettatura e molitura del Farro di Monteleone di Spoleto DOP, riferite alle quattro tipologie tradizionali: farro integrale, farro semiperlato, farro spezzato e semolino di farro, devono avvenire necessariamente entro la zona di produzione per non alterare la qualità e assicurare le caratteristiche di tipicità del prodotto.
3.6. Norme specifiche in materia di affettatura, grattugiatura, condizionamento, ecc.:
Il «Farro di Monteleone di Spoleto» viene immesso al consumo in sacchetti di plastica garantiti per l’inalterabilità delle caratteristiche organolettiche e di salubrità del prodotto, del peso di ½ kg e di 1 kg e in sacchi di carta o di nylon del peso di 25 kg. Il prodotto confezionato in sacchetti di plastica viene immesso al consumo con la tecnica del sottovuoto. Tutte le confezioni del «Farro di Monteleone di Spoleto» DOP dovranno essere sigillate, gli imballaggi devono essere nuovi, puliti, atossici e conformi alla vigente normativa comunitaria e nazionale di riferimento così come carte o stampe inserite e a contatto con il prodotto.
3.7. Norme specifiche relative all’etichettatura:
Le confezioni recano obbligatoriamente sulle etichette a caratteri di stampa chiari e leggibili, oltre al logo della denominazione, al simbolo grafico comunitario e relative menzioni e alle informazioni corrispondenti ai requisiti di legge. Il logo è composto da un rettangolo nel quale compaiono in una parte la sagoma di profilo di un leone rampante con due spighe di farro sulla zampa e in un’altra sei spighe di farro.
Nel caso dell’utilizzazione del logo per l’etichettatura, si fa obbligo di rispettare rigorosamente le proporzioni dei caratteri, secondo la rappresentazione grafica di seguito riportata.
E’ comunque ammesso l’uso del logo in scala di grigi o monocromatico.
I prodotti per la cui preparazione è utilizzato il «Farro di Monteleone di Spoleto» DOP anche a seguito di processi di elaborazione e di trasformazione, possono essere immessi al consumo in confezioni recanti il riferimento alla detta denominazione, senza l’apposizione del logo comunitario. Il menzionato riferimento alla denominazione dovrà riportare la seguente frase: «prodotto realizzato con Farro di Monteleone di Spoleto». Le sopramenzionate disposizioni sono subordinate a condizione che: la Denominazione di Origine Protetta certificato come tale, costituisca il componente esclusivo della specie Triticum dicoccum (Schubler); il suddetto riferimento sia fatto in modo tale che non possa sussistere dubbio per il consumatore circa il fatto che la protezione DOP concerne esclusivamente l’ingrediente e non il prodotto elaborato o trasformato.
4. Definizione concisa della zona geografica:
La zona di produzione della DOP «Farro di Monteleone di Spoleto» ricade nell’area montana dell’area sud est della Provincia di Perugia e comprende: l’intero territorio amministrativo dei comuni di Monteleone di Spoleto e Poggiodomo e parte del territorio amministrativo dei comuni di Cascia, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Scheggino, di altitudine maggiore o uguale a 700 m s.l.m.
5. Legame con la zona geografica:
5.1. Specificità della zona geografica:
L’area interessata alla coltivazione di questo prodotto è caratterizzata da terreni scoscesi, calcarei sassosi posizionati sopra ai 700 m. s.l.m. che impediscono il ristagno dell’acqua nelle stagioni umide, mediamente dotati di sostanza organica, con elevata dotazione di fosforo e bassa disponibilità di potassio. La conformazione dell’altopiano è origine delle particolari caratteristiche climatiche del territorio con lunghi inverni molto rigidi con frequenti gelate che si protraggono fino a maggio e pochissime settimane estive con elevate temperature diurne, condizioni climatiche alle quali resiste fruttuosamente la varietà ecotipo «Farro di Monteleone di Spoleto» adattatasi nel corso del tempo.
5.2. Specificità del prodotto:
La caratteristica che rende unica la DOP «Farro di Monteleone di Spoleto» è la cariosside di colore marrone chiaro ambrato che alla frattura si presenta vitrea e compatta con residui farinosi. La spiga piatta, corta, affusolata, con ariste non troppo lunghe e leggermente divaricate completa il quadro caratteristico di questo prodotto.
5.3. Legame causale fra la zona geografica e la qualità o le caratteristiche del prodotto (per DOP) o una qualità specifica, la reputazione o altre caratteristiche del prodotto (per le IGP):
Le particolari caratteristiche fisiche ed organolettiche del «Farro di Monteleone di Spoleto» e soprattutto la tipica cariosside dal colore ambrato e dalla consistenza vitrea alla frattura sono da imputare alla combinazione delle condizioni pedoclimatiche della zona di produzione ed in particolare ai terreni calcarei sassosi posizionati sopra ai 700 m. s.l.m. che impediscono proprio per la loro posizione scoscesa il ristagno dell’acqua nelle stagioni umide. Le sperimentazioni e gli studi scientifici realizzati hanno dimostrato che l’utilizzazione della semente del Farro di Monteleone di Spoleto in altre zone della Valnerina dà un prodotto che con il passare del tempo perde le caratteristiche specifiche testimoniando così l’esistenza di un forte processo di ecotipizzazione connesso alla zona di produzione e causato, anche, da un forte isolamento geografico tanto da costituire una specifica varietà locale. Basta infatti, spostarsi in altri territori non lontani perché lo stesso chicco si trasformi da vitreo in farinoso. E’ una pianta ad habitus primaverile adatta alla semina di fine inverno nelle zone montane dove i terreni scoscesi calcarei sassosi, ricchi di fosforo ed a bassa disponibilità di potassio, impediscono il ristagno dell’acqua nelle stagioni umide. Il clima è quello tipico montano dagli inverni molto rigidi con frequenti gelate che si protraggono fino a maggio e pochissime settimane estive con elevate temperature diurne. Il Farro di Monteleone di Spoleto si è adattato nel corso del tempo a queste condizioni climatiche resistendo fruttuosamente. A rendere ancora più evidente il legame esistente tra il prodotto e l’areale in cui è coltivato sono ritrovamenti storici antichi. A Monteleone di Spoleto, nella «tomba della biga» (tomba etrusca risalente al VI sec. A.C.) sono stati rinvenuti reperti di cereali, tra cui anche cariossidi di farro appartenenti molto probabilmente proprio alla specie che tradizionalmente viene coltivata oggi a Monteleone di Spoleto, ovvero Triticum dicoccum, a testimonianza della sua larga diffusione e utilizzo tra le colture cerealicole di quel tempo. Nell’area di Monteleone di Spoleto la ricerca d’archivio ha consentito di recuperare e conservare prove documentali attestanti che fin dal XVI secolo la coltivazione del farro era largamente praticata, poi il suo uso si è protratto nelle consuetudini agrarie della zona nei secoli successivi fino ai nostri giorni. Appare quindi evidente anche quanto sia stata fondamentale nell’arco del tempo l’abilità dell’uomo nelle tecniche di lavorazione dei terreni, nella scelta dei tempi giusti di semina e di raccolta, abilità tramandata da padre in figlio e che ha consentito di migliorare ed aumentare sempre di più la produzione di questo eccellente cereale dalle grandi proprietà energetiche e rinfrescanti di certo non inferiore ad altri. Le ricette tradizionali di minestre e zuppe feste e rituali hanno contribuito infine a far apprezzare su larga scala questo prodotto.
Riferimento alla pubblicazione del disciplinare:
Questa Amministrazione ha attivato la procedura nazionale di opposizione pubblicando la proposta di riconoscimento della DOP «Farro di Monteleone di Spoleto» sulla gazzetta ufficiale della Repubblica italiana n. 76 del 31 marzo 2007.
Il testo consolidato del disciplinare di produzione è consultabile sul sito internet:
http://www.politicheagricole.it/NR/rdonlyres/euqam6suzienwd43v27wuvtpjkaoy4fiz2gzh55xu667wynlilv5åwxortoj3jhxsdlre76rdiamdqyribk3qfgd57me/20070514_Disciplinare_esameUE_Farro_Monteleone.pdf
oppure
accedendo direttamente all’home page del sito del Ministero (http://www.politicheagricole.it) e cliccando poi su «Prodotti di Qualità» (a sinistra dello schermo) ed infine su «Disciplinari di Produzione all’esame dell’UE [regolamento (CE) n. 510/2006]».
Cerca nel sito per argomento FARRO