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Ficodindia di San Cono Dop - Iscrizione della dop 2013 e disciplinare di produzione

Pubblicato da disciplinare
Ficodindia di San Cono

La dop Ficodindia di San Cono e' riservata ai frutti provenienti dalle seguenti cultivar della specie  Opunzia Ficus Indica coltivate nel territorio delimitato all'art. 3 del presente disciplinare di  produzione: «Surfarina» o «Nostrale» detta anche Gialla, «Sanguigna» detta anche Rossa, «Muscaredda» o «Sciannarina» detta anche Bianca.

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
PROVVEDIMENTO 18 marzo 2013  

Iscrizione della denominazione «Ficodindia di San Cono» nel registro
delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni
geografiche protette. (13A02879)

(GU n.80 del 5-4-2013)
 
 




IL DIRETTORE GENERALE
per la promozione della qualita' agroalimentare

Visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del
Consiglio del 21 novembre 2012 sui regimi di qualita' dei prodotti
agricoli e alimentari;
Considerato che, con Regolamento (UE) n. 225/2013 della Commissione
del 6 marzo 2013, la denominazione «Ficodindia di San Cono» riferita
alla categoria ortofrutticoli e cereali, freschi o trasformati e'
iscritta quale Denominazione di origine protetta nel registro delle
denominazioni di origine protette (D.O.P.) e delle indicazioni
geografiche protette (I.G.P.) previsto dall'art. 52, paragrafi 2 e 4,
del Regolamento (UE) n. 1151/2012;
Ritenuto che sussista l'esigenza di pubblicare nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana il disciplinare di produzione
della Denominazione di origine protetta «Ficodindia di San Cono»,
affinche' le disposizioni contenute nel predetto documento siano
accessibili per informazione erga omnes sul territorio nazionale;

Provvede:

Alla pubblicazione dell'allegato disciplinare di produzione della
Denominazione di origine protetta «Ficodindia di San Cono»,
registrata in sede comunitaria con Regolamento (UE) n. 225/2013 del 6
marzo 2013.
I produttori che intendono porre in commercio la denominazione
«Ficodindia di San Cono», possono utilizzare, in sede di
presentazione e designazione del prodotto, la suddetta denominazione
e la menzione «Denominazione di origine protetta» solo sulle
produzioni conformi al Regolamento (UE) n. 1151/2012 e sono tenuti al
rispetto di tutte le condizioni previste dalla normativa vigente in
materia.
Roma, 18 marzo 2013

Il direttore generale: Vaccari

Allegato

DISCIPLINARE DELLA DENOMINAZIONE D'ORIGINE PROTETTA FICODINDIA DI SAN CONO


Art. 1.


Denominazione

La Denominazione di origine protetta «Ficodindia di San Cono» e'
riservata ai frutti di Ficodindia che rispondono alle condizioni ed
ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione.

Art. 2.


Descrizione del prodotto

La denominazione di origine protetta «Ficodindia di San Cono» e'
riservata ai frutti provenienti dalle seguenti cultivar della specie
«Opunzia Ficus Indica» coltivate nel territorio delimitato all'art. 3
del presente disciplinare di produzione:
«Surfarina» o «Nostrale» detta anche Gialla;
«Sanguigna» detta anche Rossa;
«Muscaredda» o «Sciannarina» detta anche Bianca.
E' ammessa anche una percentuale non superiore al 5% di ecotipi
locali. Sono considerati ecotipi locali le selezioni di «Trunzara»
relative alle cultivar Surfarina o Nostrale, Sanguigna e Muscaredda o
Sciannarina.
I frutti di ficodindia vengono distinti nelle seguenti qualita':
Qualita' A (Agostani) se ottenuti dalla prima fioritura;
Qualita' B (Tardivi o scozzolati) se ottenuti dalla seconda
fioritura.
Categorie: EXTRA e I cosi' come definite dal Codex Alimentarius.
Peso:
B da 105 g a 140 g (tolleranza 5%);
C da 140 g a 190 g (tolleranza 5%);
D da 190 g a 270 g (tolleranza 5%).
I frutti di «Ficodindia di San Cono» all'atto dell'immissione al
consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
grado rifrattometrico non inferiore al 14%;
durezza della polpa non inferiore a 5 kg/cm²;
colore:
1) sfumature dal verde al giallo-arancio per la cultivar
Surfarina o Nostrale detta anche Gialla;
2) sfumature dal verde al rosso rubino per la cultivar Sanguigna
detta anche rossa;
3) sfumature dal verde al bianco paglierino per la cultivar
Muscaredda o Sciannarina detta anche bianca.

Art. 3.


Zona di produzione

La zona di produzione del «Ficodindia di San Cono» comprende il
territorio posto ad altitudine compresa tra 200 e 600 metri s.l.m.,
dei seguenti comuni: San Cono (Catania), San Michele di Ganzaria
(Catania), Piazza Armerina (Enna), Mazzarino (Caltanissetta) i cui
territori sono individuati dai confini delle rispettive
municipalita'.

Art. 4.


Prova dell'origine

Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando
per ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso
l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di
controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la
coltivazione, dei produttori e dei condizionatori, nonche' attraverso
la denuncia tempestiva alla struttura di controllo dei quantitativi
prodotti, e' garantita la tracciabilita' del prodotto. Tutte le
persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno
assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo,
secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo
piano di controllo.

Art. 5.


Metodo di ottenimento

Preparazione dei terreni.
La preparazione del terreno da impiantare consiste nel
livellamento del terreno per evitare ristagni idrici; ripperaggio o
scasso del terreno; concimazione di fondo con concimi organici, con
concimi fosfatici e potassici; impianto a buche o a solchi.
Impianti.
Gli impianti devono essere esclusivamente specializzati con
densita' di piantagione da 200 a 650 piante per ettaro di superficie
coltivata.
Le forme di allevamento sono: a cespuglio, vaso, siepone o altro
tipo di forma di allevamento che possa eventualmente consentire di
agevolare le operazioni colturali e la raccolta.
I sesti di impianto sono:
da metri 5,00 a metri 8,00 tra le file;
da metri 1,00 a metri 6,00 lungo la fila.
Tecniche colturali.
Le tecniche colturali al terreno non devono danneggiare
l'apparato radicale dei ficodindieti che e' molto superficiale.
Sono consentite lavorazioni al terreno quali erpicature,
fresature, frangizollature superficiali e diserbo chimico.
Il diserbo e' consentito esclusivamente con il principio attivo
«Gliphosate» e con un massimo di n. 2 applicazioni all'anno (una in
autunno subito dopo la raccolta ed una in primavera prima della
scozzolatura dei frutti).
La scozzolatura deve essere eseguita nell'arco di tempo che va
dal 10 maggio al 30 giugno a seconda delle condizioni climatiche e
della carica dei frutti presenti sulla pianta.
La difesa fitosanitaria dei ficodindieti del comprensorio D.O.P.
Ficodindia di San Cono deve essere effettuata secondo un calendario
di lotta guidata e/o integrata secondo i piani regionali.
L'irrigazione viene praticata di norma con un numero di
interventi irrigui che varia da un minimo di 2 ad un massimo di 4 per
ogni stagione irrigua. Il loro numero varia in funzione di diversi
fattori, primo fra tutti l'andamento stagionale, la temperatura e le
precipitazioni; bisogna anche tener conto di altri fattori quali
l'eta' delle piante, il tipo di terreno, la quantita' di frutti
presenti, l'esposizione e l'altitudine dove si trova il ficodindieto.
Raccolta.
Le operazioni di raccolta, in relazione all'andamento climatico
stagionale, si svolgono dal 20 agosto al 30 settembre per i frutti di
prima fioritura (agostani) e dal 10 settembre al 31 dicembre per i
frutti di seconda fioritura (tardivi o scozzolati).
I frutti devono essere raccolti con una sottile porzione del
cladodo dove sono inseriti; devono essere integri e senza lesioni
evidenti; devono possedere le caratteristiche proprie della varieta'.
La produzione massima consentita da e' di q.li 250 di frutti per
ettaro di superficie coltivata.
Le operazioni di raccolta vanno iniziate, ad inizio invaiatura
dei frutti, dal 20 agosto per i frutti agostani e dal 10 settembre
per i frutti tardivi o scozzolati.
I frutti raccolti devono essere obbligatoriamente sottoposti alla
despinazione ed essere immessi al consumo qualificati come: frutti
despinati.
La produzione ed il condizionamento del «Ficodindia di San Cono»
devono essere effettuati necessariamente nella zona delimitata
all'art. 3 per evitare che il trasporto e le eccessive manipolazioni
possano causare ferite e danneggiamenti ai frutti ed ammaccature
della loro buccia alterando il colore e la lucentezza che li
contraddistingue.

Art. 6.


Legame con l'ambiente

Le caratteristiche peculiari della denominazione di origine
protetta «Fico d'India di San Cono» sono: le grandi dimensioni dei
frutti; la buccia caratterizzata dai colori particolarmente intensi e
vivi; la particolare dolcezza; la grande fragranza e serbevolezza; il
profumo delicato.
Il territorio in oggetto e' dotato di caratteristiche
pedoclimatiche particolari, quali l'altitudine e la conformazione
orografica che rappresentano elementi essenziali nella determinazione
delle particolari condizioni di intensita' e qualita' della
radiazione luminosa, dell'alternanza dei cicli di
bagnatura-asciugatura dell'epicarpo dei frutti e dell'escursione
termica giornaliera, soprattutto nel periodo di maturazione dei
frutti. L'area interessata alla coltivazione di questo prodotto e'
caratterizzata da basse e dolci colline intervallate da piccole
vallate con terreni per lo piu' di origine alluvionale, di medio
impasto, profondi e freschi e dotati di un ottimo drenaggio naturale
e dove la componente sabbiosa e' prevalente sulle altre componenti
(percentuale di sabbia non inferiore al 50%) e con un pH mediamente
neutro e sub-alcalino (pH 6.9-8.1). Queste vallate sono totalmente
aperte da Est ad Ovest e questo permette la buona irradiazione solare
dei terreni e l'incunearsi dei venti provenienti da Est che
favoriscono un clima mite soprattutto nel periodo estivo-autunnale,
durante il corso della maturazione dei frutti. L'aria calda
estivo-autunnale e' mitigata, anche nelle ore piu' calde del giorno,
dal regolare alzarsi nella tarda mattinata, di una brezza proveniente
da ovest e dal nord-ovest che fa si' che la temperatura non raggiunga
mai livelli troppo alti.
I fenomeni fisici sopra descritti interagendo con la radiazione
luminosa sono responsabili della formazione e dell'evoluzione degli
antociani, responsabili del colore dell'epicarpo dei frutti di
ficodindia e della loro polpa. A questo si associa l'effetto
dell'escursione termica e delle bagnature notturne che favoriscono
l'ingrossamento dei frutti.
Inoltre, la presenza degli impianti di coltivazione lungo la
fascia altimetrica, combinata all'efficienza nella gestione del
fabbisogno idrico dei terreni irrigui operata dai coltivatori locali,
permette in quest'area la produzione di fichidindia di peso maggiore
e dal contenuto zuccherino piu' alto rispetto ad impianti di altre
zone geografiche site a quote altimetriche inferiori. I terreni,
avendo una elevata capacita' di trattenere l'umidita' per lunghi
periodi di tempo, fanno si' che l'umidita' si mantenga costante nel
terreno e la pianta riesca a concludere il suo ciclo produttivo nelle
migliori condizioni possibili senza stress e limitazioni.
L'insieme dei fattori ambientali rende esclusivo il rapporto con
la qualita' del ficodindia di San Cono. Questi peculiari fattori
insieme all'attivita' dell'uomo, alle sue capacita' culturali ed alla
messa a punto di pratiche di salvaguardia dell'ambiente e della
tradizione socio-produttiva (compreso il mantenimento delle tecniche
di coltivazione del ficodindia nel rispetto e nella tutela delle
vallate e delle colline) contribuiscono a conferire al ficodindia di
San Cono caratteristiche riconosciute dalla letteratura
tecnico-scientifica e dalla ormai consolidata valorizzazione
commerciale. Grazie al forte radicamento della popolazione rurale
nell'area di produzione considerata, con tutta la sua tradizionale
esperienza, con le sue capacita' colturali tramandate da generazione
in generazione, con la continua ricerca e messa in atto di
tradizionali e specifiche tecniche colturali, si sono determinate le
condizioni affinche' la coltivazione del ficodindia di San Cono si
consolidasse nel tempo, fino ad oggi, come un patrimonio
storico-tradizionale e culturale di tutto il territorio oltre che
come fondamentale risorsa economica. Grande testimonianza e' la
tradizionale Sagra del Ficodindia ormai arrivata alla 25ª edizione,
la quale e' un misto di cultura, tradizioni, promozione commerciale
ed aggiornamento tecnico-scientifico con i tradizionali convegni che
ogni anno si tengono sul ficodindia. Tali risultati sono dovuti al
totale coinvolgimento culturale, lavorativo ed economico degli
abitanti della zona nel processo produttivo del ficodindia di San
Cono, che hanno contribuito a determinare un forte legame del
prodotto stesso con l'ambiente ed in particolare, a sviluppare nel
corso del tempo, un profondo legame sentimentale tra la popolazione
del territorio e il frutto in questione.
E' l'uomo, infatti, che oltre a mantenere inalterate nel tempo le
tecniche di coltivazione, sa capire attraverso la sua grande
esperienza il momento giusto per effettuare la raccolta. Non effettua
infatti una raccolta troppo precoce che abbasserebbe la qualita'
degli zuccheri presenti e conferirebbe ai frutti quel sapore tipico
di cladodo poco gradevole al gusto del consumatore ne' effettua una
raccolta troppo ritardata che determinerebbe un abbassamento delle
caratteristiche organolettiche delle bacche conferendo ad esse uno
sgradevole sapore di stantio ma raccoglie nel momento perfetto cioe'
quando i frutti hanno raggiunto i livelli minimi di colorazione della
buccia ottimo indicatore dello stadio di maturazione presentando al
consumo un prodotto dalla perfetta sapidita' e fragranza. Attorno a
questa coltura c'e' anche tanta storia. Nel 1840 l'agronomo francese
De Gasparin visitando la Sicilia descrisse il ficodindia cosi': «la
manna, la provvidenza della Sicilia, rappresenta cio' che il banano
e' per i paesi equinoziali e l'albero del pane per le isole del
oceano Pacifico ...». Il definitivo successo del ficodindia e la sua
trasformazione in coltura intensiva nell'areale delimitato all'art. 3
risale risalgono alla meta' degli anni settanta del XX secolo: Sono
gli anni in cui viene rinnovata la tradizione etnea, quella di Santa
Margherita Belice, che si sviluppa su nuovi territori ed in cui si
afferma in maniera preponderante l'area di San Cono, il cui
territorio incuneato tra tre grossi centri: Enna, Caltagirone e
Caltanissetta, e' oggi la piu' importante zona di produzione in
coltura specializzata esistente e giudicata dagli esperti del settore
«capitale della produzione di ficodindia in Italia».
Il prof. Filadelfio Basile (Universita' di Agraria di Catania)
nella sua indagine economico-agraria sulla produzione del ficodindia
in Italia (1991) rileva che tra le aree importanti per superfici
investite e per produzione ottenibile nell'ambito della regione
Sicilia: che «(...) nelle Colline di San Cono, sicuramente la zona
piu' importante quanto a superfici e produzione».
Il prof. Oscar Alberghina (Universita' di Agraria di Catania) ne
«San Cono (Catania): capitale della fichidindicoltura italiana
(1988)» analizza la situazione della fichidindicoltura italiana
conferendo all'areale di San Cono, per importanza e diffusione, la
denominazione di «Capitale della produzione di ficodindia in Italia».
I professori Barbera G., Inglese P., (Universita' di agraria di
Palermo) ne La coltura del Ficodindia (ed. Edagricole - 1993), ampio
ed esauriente trattato sulla coltivazione del ficodindia nel mondo,
descrivono San Cono (Catania) come il polo produttivo piu' importante
della fichidindicoltura siciliana.

Art. 7.


Controlli

Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare e'
svolto da una struttura di controllo conformemente a quanto stabilito
dagli articoli 10 e 11 del Reg. CE n. 510/06. Tale struttura e'
l'Autorita' l'Organismo di Controllo Check Fruit S.r.l., via C.
Boldrini, 24 - 40121 Bologna - Tel. 051/6494836 - Fax 051/6494813.

Art. 8.


Etichettatura

Il prodotto, lavorato e despinato, va immesso al consumo in
imballaggi nuovi di diversa tipologia: cassette di legno, plastica e
cartone e vaschette di plastica e cartone.
Nelle cassette e' consentito l'utilizzo degli alveoli.
Le dimensioni delle confezioni consentite sono: kg. 0,500 - kg.
1,00 - kg. 2,00 - kg. 2,500 - kg. 3,00 - kg. 3,50 - kg. 5,00 con uno
scostamento massimo del 10%.
Le confezioni devono essere sigillate con termo-saldatura o, nel
caso delle retine, con punti metallici in modo da impedire che il
contenuto possa essere estratto senza la rottura del contenitore
stesso.
E' ammessa, secondo le tradizioni, la presenza di frutti delle
tre diverse cultivar di Ficodindia (surfarina o nostrale ogialla -
sanguigna o rossa - muscaredda o sciannarina o bianca) nello stesso
contenitore.
Sulle confezioni devono figurare, il logo della denominazione,
cosi' come di seguito riportato e il simbolo comunitario. E'
consentito l'utilizzo, in aggiunta, della scritta «Cactus Pear» e la
dicitura «Fiorone» solo sulle confezioni contenenti frutti di peso
compreso tra 105 e 130 g.
Debbono, inoltre, comparire gli elementi atti ad individuare
nome, ragione sociale, indirizzo del confezionatore e peso netto
all'origine. E' facoltativa l'indicazione della data di raccolta del
prodotto.
Il logo identificativo del Ficodindia di San Cono e'
rappresentato dalla dicitura D.O.P. - Denominazione di origine
protetta, da tre frutti di ficodindia con corona disposti a raggiera
sopra la Sicilia con cinque stelle e sottostante scritta «Ficodindia
di San Cono».
Gli indici colorimetrici sono i seguenti:
Blu: Pantone Refex Blue;
Verde: Pantone 355.

Ficodindia di San Cono

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