Fior di latte molisano Dop - Domanda di registrazione e Pubblicazione del disciplinare di produzione
La dop Fior di latte molisano e' riservata esclusivamente al formaggio fresco a pasta filata a fermentazione lattica, prodotto durante tutto il periodo dell'anno con latte di vacca prodotto nella totalita' del territorio amministrativo della Regione Molise.
E' consentito l'uso di forme a nodino e a treccia con un peso: da un minimo di 10 grammi fino a 1.000 grammi (per la forma tondeggiante), ad un massimo di 3 Kg (3.000 g) per la treccia e nodino.
MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, DELLA SOVRANITA' ALIMENTARE E DELLE FORESTE
COMUNICATO
Domanda di registrazione della denominazione di origine protetta
«Fior di latte molisano» e pubblicazione del disciplinare di
produzione. (24A03957)
(GU n.178 del 31-7-2024)
Il Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e
delle foreste, esaminata la domanda intesa ad ottenere la
registrazione della denominazione «Fior di latte molisano» come
denominazione geografica protetta, ai sensi del regolamento (UE) n.
2024/1143 del Parlamento e del Consiglio dell'11 aprile 2024,
presentata dall'Associazione Fior di latte molisano, acquisito il
parere favorevole della Regione Molise e a seguito della riunione di
pubblico accertamento tenutasi il giorno 20 giugno 2024 presso la
sede dell'Associazione in via Don Giuseppe Mucciardi, 5 - 86020
Campochiaro (CB), provvede come previsto dall'art. 9, comma 1, del
decreto ministeriale 14 ottobre 2013, alla pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del disciplinare di
produzione affinche' ogni persona fisica o giuridica avente un
interesse legittimo e residente sul territorio nazionale possa fare
opposizione alla domanda di registrazione.
Le eventuali opposizioni, adeguatamente motivate, relative alla
domanda di registrazione, dovranno pervenire al Ministero
dell'agricoltura della sovranita' alimentare e delle foreste -
Dipartimento della sovranita' alimentare e dell'ippica - Direzione
generale per la promozione della qualita' agroalimentare - Ufficio
PQA 1 - via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma, indirizzo PEC
aoo.pqa@pec.masaf.gov.it - entro e non oltre trenta giorni dalla data
di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana
del presente disciplinare di produzione, dalle sole persone fisiche o
giuridiche aventi un interesse legittimo e residenti sul territorio
nazionale.
Dette opposizioni sono ricevibili se pervengono al Ministero nei
tempi sopra esposti, pena irricevibilita' nonche', se con adeguata
documentazione, dimostrano la mancata osservanza delle condizioni di
cui all'art. 46 e all'art. 49, paragrafo 1 del regolamento (UE) n.
2024/1143; dimostrano che la registrazione del nome proposto e'
contraria all'art. 48, paragrafo 1 e 2, all'art. 29, paragrafo 1 e 2
e all'art. 30 del regolamento (UE) n. 2024/1143; dimostra che la
registrazione del nome proposto danneggia l'esistenza di un nome
omonimo o parzialmente omonimo o di un marchio, oppure l'esistenza di
prodotti che si trovano legalmente sul mercato da almeno cinque anni
prima della data di pubblicazione di cui all'art. 15, paragrafo 4,
del regolamento (UE) n. 2024/1143; forniscono elementi sulla cui base
si puo' concludere che il nome di cui si chiede la registrazione e'
un termine generico.
Il Ministero, ove le ritenesse ricevibili, seguira' la procedura
prevista dal decreto ministeriale n. 12511 del 14 ottobre 2013,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 251
del 25 ottobre 2013, prima dell'eventuale trasmissione della suddetta
domanda di registrazione alla Commissione europea.
Decorso tale termine, in assenza delle suddette opposizioni o
dopo la loro valutazione ove pervenute, la gia' menzionata domanda
sara' notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 10,
paragrafo 6 del regolamento (UE) n. 2024/1143, ai competenti organi
comunitari.
Allegato
Domanda di registrazione della denominazione di origine protetta «Fior di latte molisano»
Pubblicazione del disciplinare di produzione
Art. 1.
Denominazione
La denominazione di origine protetta «Fior di latte molisano» e'
riservata esclusivamente al formaggio fresco a pasta filata a
fermentazione lattica, prodotto durante tutto il periodo dell'anno
con latte di vacca prodotto nel territorio delimitato all'art. 3,
rispettando le norme dettate dal presente disciplinare di produzione.
Art. 2.
Descrizione del prodotto
Il «Fior di latte molisano» e' un formaggio fresco a pasta
filata, ottenuto da solo latte intero crudo di vacca, eventualmente
termizzato o pastorizzato, ed e' caratterizzato da una tecnologia di
produzione basata sull'impiego di fermenti lattici selezionati.
Il «Fior di latte molisano» all'atto dell'immissione al consumo
presenta le seguenti caratteristiche:
lattosio < 1%;
umidita': tra il 55% e il 70%;
grasso: sulla sostanza secca non inferiore al 36%;
aspetto esterno: privo di crosta, color bianco-latte, presenza
di pelle di consistenza tenera, superficie omogenea, liscia e
lucente;
pasta: di color bianco-latte a struttura tenera, umida fibrosa,
a fogli sottili; di consistenza morbida e con leggera elasticita'
piu' accentuata all'origine, che rilascia al taglio e per leggera
compressione liquido lattiginoso, omogeneo, esente da chiazze o
striature; sono ammesse al taglio piccole occhiature ripiene di
latticello, non dovute comunque a fermentazioni gassose;
sapore: fresco di latte, dolce con una punta acidula ed
altresi' un aroma delicato con retrogusto erbaceo (fieno, erba);
odore: fragrante, di latte delicatamente acidulo;
forma: regolare tondeggiante anche con testina. E' consentito
l'uso di forme a nodino e a treccia;
peso: da un minimo di 10 grammi fino a 1.000 grammi (per la
forma tondeggiante), ad un massimo di 3 Kg (3.000 g) per la treccia e
nodino.
E' consentita la produzione di «Fior di latte molisano» senza
lattosio, a condizione che l'informazione sia indicata, con
chiarezza, in etichetta secondo quanto previsto dal regolamento (UE)
n. 1169/2011 e successive modificazioni ed integrazioni.
Art. 3.
Zona di produzione
La zona di produzione, di trasformazione del latte e
confezionamento del «Fior di latte molisano» comprende la totalita'
del territorio amministrativo della Regione Molise.
Art. 4.
Elementi che comprovano l'origine
Ogni fase del processo produttivo deve essere monitorata
documentando per ognuna gli input e gli output. La tracciabilita' del
prodotto e' garantita attraverso l'iscrizione di produttori,
trasformatori e confezionatori in appositi elenchi gestiti
dall'organismo di controllo, ed attraverso la denuncia tempestiva
allo stesso dei quantitativi prodotti. Tutte le persone, fisiche o
giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate a
verifiche da parte dell'organismo di controllo, secondo quanto
disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano dei
controlli.
Art. 5.
Metodo di ottenimento
5.1 Il latte
Il latte destinato alla produzione del formaggio «Fior di latte
molisano» proviene da bovine allevate in aziende zootecniche
localizzate nel territorio delimitato all'art. 3, di razza Frisona,
Jersey, Pezzata Rossa Italiana, Bruna Alpina, Podolica e loro
incroci, queste razze sono caratterizzate per la particolare
attitudine lattifera e la rusticita'. Per la produzione del formaggio
«Fior di latte molisano» deve essere utilizzato esclusivamente latte
intero, proveniente da una o piu' mungiture consecutive, che giunga
crudo allo stabilimento di fabbricazione con i seguenti parametri:
materia grassa di 3,5% e sostanze proteiche di 3,2% contenuto minimo,
calcolato sul latte di massa (media geometrica mensile di due analisi
chimiche da laboratorio accreditato).
5.2 Alimentazione delle bovine.
L'alimentazione del bestiame, il cui latte e' utilizzato per
produrre il «Fior di latte molisano» e' costituita da erba e/o fieno
di erbaio polifita in percentuale almeno pari al 60% della sostanza
secca totale. Nella razione alimentare sono previsti inoltre
concentrati di cereali (mais, orzo, frumento, avena) leguminose
(soia, fave, favino, pisello proteico) e loro farine/fioccati, tal
quale o sotto forma di mangimi complementari. Inoltre, e' consentita
la possibilita' di usufruire di derivati della lavorazione dei
cereali, come crusca e cruschello di grano tenero, farinaccio di
grano duro. Tali alimenti non devono superare il 40% della sostanza
secca annuale. Sono consentiti complessi minerali e vitaminici quali
integratori.
E' consentito l'uso di foraggio a base di graminacee (frumento,
sorgo foraggero, prato stabile, erba medica, et similia) con
procedura di insilamento monitorato e tecnica di fermentazione
controllata privo di muffe e alterazioni di fermentazioni anomale ed
indesiderate.
Non possono essere somministrati alle vacche da latte alimenti
che possono trasferire al latte aromi e sapori anomali, tali da
alterarne le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche;
alimenti che rappresentano fonti di contaminazione o in cattivo stato
di conservazione.
Di tali prodotti destinati all'alimentazione degli animali, al
fine di non compromettere le caratteristiche qualitative del «Fior di
latte molisano» dovute al legame con il territorio, non meno del 60%
deve provenire dalla zona geografica definita all'art. 3. Tale
percentuale viene soddisfatta dai foraggi (erba/fieno di erbaio
polifita) prodotti nell'area indicata all'art. 3, la quale
rappresenta la quota di razione correlata alla fibra digeribile.
I mangimi complementari invece, vengono quasi completamente dal
di fuori della zona geografica delimitata in quanto il territorio
molisano si estende per una superficie di 4.438 Km² con una
conformazione prevalentemente montana, per questa ragione non e'
vocato storicamente ne' potra' esserlo in futuro alla produzione di
cereali come il mais; pertanto, e' necessario consentire l'impiego di
concentrati e mangimi complementari provenienti da fuori areale
perche' il territorio delimitato all'art. 3 non e' nella possibilita'
di produrli. Tali componenti dell'alimentazione sono necessari in
quanto danno un contributo fondamentale alla produzione di energia e
amminoacidi necessari principalmente per il metabolismo del
microbioma ruminale. Hanno maggiore velocita' di degradazione e
solubilita' ruminale e si intendono quegli alimenti di granulometria
inferiore agli 0,8 cm, incapaci di stimolare la contrazione ruminale
e che rappresentano la quota di energia (rappresentata principalmente
da carboidrati di riserva come l'amido) e di proteina prontamente
disponibile per il metabolismo del microbioma ruminale e pertanto
svolgono funzione fisiologica di supporto al microbioma, ma non hanno
alcuna influenza diretta sulla qualita' del latte e del Fior di latte
molisano.
5.3. Caseificazione.
Il latte per la produzione del «Fior di latte molisano» deve
giungere al caseificio con trasporto in recipienti isotermici, entro
48 ore dalla prima mungitura. Il latte viene filtrato ed
eventualmente pastorizzato/termizzato e successivamente riversato in
caldaie polivalenti in acciaio inox e riscaldato tra 33-38°C. Il
latte, cosi' riscaldato, viene subito dopo inoculato con colture di
fermenti lattici selezionati. Ottenuta la miscelazione manualmente o
anche meccanicamente, viene aggiunto caglio di vitello o di origine
microbica con tenore di chimosina minimo dell'80%. Il processo di
coagulazione dura tra i 20-60 minuti, al termine del quale si procede
alla rottura della cagliata, che si protrae fino ad ottenere granuli
della grandezza di una noce/nocciola. Segue, per fermentazione
naturale, la maturazione della cagliata che avviene sotto siero per
un tempo variabile, non inferiore alle 2 ore dall'aggiunta
dell'inoculo.
E' espressamente fatto divieto dell'utilizzo di acidi organici,
ovvero di correttori di pH o acidita', di natura chimica.
5.4. Filatura, formatura e salatura.
Al termine della maturazione, fino al raggiungimento di un pH non
inferiore a 4,8 la cagliata viene ridotta tradizionalmente in
listarelle, poste in appositi recipienti, nei quali con aggiunta di
acqua, quasi bollente viene sottoposta a filatura. Si passa quindi al
procedimento di formatura della pasta cosi' ottenuta, per assicurare
ai singoli pezzi la forma e la dimensione previste. Le operazioni di
filatura e mozzatura possono essere meccanizzate. I singoli pezzi
vengono poi immessi in vasche contenenti acqua fredda, per ottenere
rassodamento, ed infine sottoposti a salatura per immersione in
salamoia (soluzione acqua e cloruro di sodio). La salatura in
alternativa, puo' essere effettuata anche direttamente in fase di
filatura, seguita poi dal rassodamento in acqua fredda.
La figura del filatore risulta di notevole importanza nel
processo di produzione del Fior di latte molisano, per la definizione
delle caratteristiche sensoriali del prodotto.
La filatura puo' essere effettuata con una filatrice aperta, a
braccia tuffanti in doppia camera e acqua a perdere ovvero con una
filatrice chiusa con acqua a ricircolo. In entrambi i casi la figura
del filatore e' fondamentale perche' con la misurazione del pH e
della temperatura e soprattutto grazie alla sua esperienza, definisce
la consistenza fibrosa del «Fior di latte molisano» che vuole
ottenere, i tempi di sosta nelle varie camere della pasta filata e la
temperatura dell'acqua di filatura. La filatura effettuata in questo
modo assicura il giusto nervo al «Fior di latte molisano»,
apprezzabile visivamente tagliandolo lungo fibra, oppure spezzandolo
con le mani dove e' possibile notare le fibre nel verso della
filatura.
Nella degustazione se ne apprezza la leggera ma necessaria
«fibrosita'».
5.5. Conservazione
Il «Fior di latte molisano» deve essere conservato ad una
temperatura compresa entro +1°C +4°C. Non e' ammesso l'utilizzo di
conservanti/additivi (ad esclusione del sale naturale - cloruro di
sodio).
Art. 6.
Elementi che comprovano il legame con l'ambiente
I Sanniti che hanno abitato il territorio molisano hanno fondato
e sviluppato la propria organizzazione sociale e militare
principalmente sulla pastorizia e l'allevamento di vacche da latte.
Erano al pari dei romani grandi consumatori e produttori di formaggi,
che commerciavano attraverso le loro efficienti vie di comunicazione.
Numerosi scritti testimoniano che l'invenzione stessa dei
formaggi a pasta filata, tra cui il fior di latte e' strettamente
legata a questa terra e l'antica pratica della transumanza ha
letteralmente plasmato la cultura, il paesaggio, la storia,
l'urbanizzazione, la religione, i costumi, la lingua, le festivita',
l'economia di questo territorio.
Nel Molise, negli anni '70 tra gli operatori del settore si va
affermando il nome «Fior di latte molisano» che si diffonde anche tra
i consumatori. Con lo spirito di valorizzare i prodotti lattiero
caseari molisani un gruppo di aziende organizzate sotto forma di
consorzio - Caseari molisani consorziati (C.M.C) presentano i propri
prodotti, tra cui il «Fior di latte molisano», a Milano nel 1977 in
occasione della manifestazione Expo - Turismo '77 e ottengono il
diploma di merito «medaglia d'oro».
Il decreto ministeriale n. 22615 del 29 dicembre 1988 del
Ministero dell'agricoltura e foreste - Direzione generale della
produzione agricola - Atlante dei prodotti tipici: I Formaggi - a
cura dell'Istituto nazionale di sociologia rurale inserisce il «Fior
di latte molisano» tra i prodotti tipici, identificando come zona di
produzione tutto il territorio molisano.
Il legame con il territorio e l'ambiente di produzione del «Fior
di latte molisano» e' determinato da una pluralita' di fattori, fra i
quali possiamo ricordare la tipicita' del latte, che presenta aromi e
sapori propri legati all'alimentazione delle vacche con essenze
foraggere tipiche locali.
L'ambiente pedoclimatico del territorio molisano, pur essendo
strutturalmente complesso, sotto l'aspetto agro-zootecnico ha una sua
unicita' riconducibile alle influenze caratteristiche del clima
mediterraneo, che ne condiziona le colture e la stessa vita degli
animali. Questa sostanziale unicita' fa si' che la produzione del
latte risenta principalmente dei fattori locali e si differenzia
notevolmente dalle produzioni di altri territori. Il territorio
molisano oggetto della DOP «Fior di latte molisano» dal punto di
vista geografico ricade nella zona di congiunzione tra l'Appennino
Meridionale e quello Centrale ed e' caratterizzato da una situazione
geologica molto articolata. Viene considerato come elemento
orografico di separazione/raccordo il Massiccio del Matese, con il
suo orientamento, nordovest - sudest, caso unico nella catena
appenninica, gli conferisce condizioni climatiche particolari, oltre
a rappresentare l'ambiente ideale per molte specie e comunita'
vegetali. Il complesso di queste condizioni spiega la peculiarita'
che, malgrado sia una regione a modesto sviluppo territoriale,
raccoglie ambienti fisici eterogenei che si esprimono attraverso una
ricchezza floristica ed un buon grado di complessita' fitocenotica,
frutto della commistione, ad esempio, tra specie tipiche di ambienti
alpini con quelli strettamente mediterranei.
Gli habitat presenti sul territorio favoriscono la biodiversita'
con un indice molto alto, presenza di un'agricoltura estensiva e
conservativa nelle aree montane e ad alto valore naturalistico (il
50% della SAU) con un'elevata presenza di biodiversita' negli
ecosistemi riconosciuti della Rete Natura 2000 (26% della SAU).
Il territorio molisano costituito prevalentemente da rilievi
montuosi e collinari e' privo di ampie zone pianeggianti, le brevi
distese esistenti sono addossate ai piedi delle alture dalle quali
nascono i principali corsi d'acqua che le attraversano. Infatti, piu'
che di pianure si parla di piane, tra cui la piana di Bojano, la
piana di Larino, la piana di Venafro. Relativamente all'intero
territorio regionale si conferma il basso impatto che l'attivita'
agricola molisana esercita sull'ambiente rispetto a quanto accade nel
resto del paese. A questo si deve aggiungere la ricchezza
rappresentata dalla rete tratturale (460 Km). Una rete che ancora
oggi viene mantenuta con il contributo degli agricoltori e dove si
puo' ritrovare un alto livello di biodiversita' di flora e fauna.
Sotto il profilo floristico il Molise, secondo il censimento del
2006, conta 2467 entita' pari al 32,3% della flora nazionale, che si
attesta a 7.634 entita'. Il paesaggio vegetale della regione,
nonostante la modesta superficie territoriale, presenta dunque
un'alta diversita' floristica altamente correlata alla presenza di
unita' ambientali diversificate dal punto di vista climatico,
orografico e geomorfologico.
La pastorizia transumante rappresenta l'ultima manifestazione di
quello che si definisce come sistema agrario «a campi d'erba», nel
quale le attivita' di allevamento prevalgono su quelle agricole con
un regime di campi aperti al pascolo promiscuo.
Pertanto, le caratteristiche chimico-fisiche e nutrizionali del
latte sono connesse al territorio attraverso l'alimentazione del
bestiame e l'ambiente in cui viene allevato. Infatti, e' noto che la
composizione del latte, in generale, e' strettamente collegata al
contesto zootecnico in cui gli animali vivono, e che all'interno del
quadro compositivo molto importante risulta il profilo delle sostanze
volatili. Il grasso, infatti, e' il principale responsabile del
sapore e dell'aroma tipico del latte delle diverse specie, inoltre
nella frazione lipidica sono disciolti anche la maggior parte degli
aromi che provengono dagli alimenti assunti dagli animali, quali ad
esempio gli aromi delle essenze pascolive montane. Pertanto,
l'alimentazione con fieno ed erba fresca contiene piante erbacee di
tantissime varieta' ed erbe spontanee autoctone che trasferiscono al
latte il sapore caratteristico della zona geografica delimitata, ma
anche il loro corredo di proprieta' benefiche con una qualita'
elevata e una maggiore digeribilita'.
Tra le specie e influenze floristiche principali e' prevalente la
Campanula fragilis, Centaurea centauroides, Cymbalaria pilosa,
Geranium asphodeloides, Cyclamen hederifolium, Asplenium onopteris,
Brachypodium sylvaticum, Phyllirea latifolia, Rubia peregrina, Rosa
sempervirens, Lonicera implexa, Buglossoides purpurocoerulea, Viola
alba. Queste piante risultano particolarmente ricche in polifenoli,
terpeni, composti carbonilici e altre sostanze volatili che possono
partecipare direttamente o indirettamente alla composizione del
«flavour» del latte.
Nel complesso le condizioni ambientali e le tecniche di
allevamento svolgono un ruolo importante nel determinare il
microbiota del latte. Ne sono conseguenza le proprieta'
organolettiche del Fior di latte molisano descritte all'art. 2, tra
cui la struttura tenera, umida, fibrosa e compatta della pasta, un
sapore dolce con una punta acidula ed altresi' un aroma delicato con
retrogusto erbaceo (fieno, erba).
Contribuisce al legame con l'ambiente anche la qualita'
dell'acqua del territorio molisano che sotto l'aspetto idrografico e'
costituito dai bacini dei fiumi Biferno, Trigno, Fortore, Volturno,
Sangro e dai torrenti e valloni intermedi. L'acqua molisana si fregia
del Marchio di qualita' «Acqua del Molise - Qualita' del Matese -
Sorgenti Rio Freddo» (di seguito «Acqua del Matese»). In primo luogo,
l'acqua riveste un ruolo essenziale nell'allevamento, poiche'
rappresenta un vero e proprio alimento, in quanto e' necessaria e
insostituibile al fine della sopravvivenza degli animali. L'acqua e'
necessaria per tutti i processi fisiologici quali la digestione,
metabolismo e trasporto dei nutrienti, eliminazione dei cataboliti,
dissipazione del calore corporeo, mantenimento del bilancio
idro-salino del corpo dell'animale. Pertanto, soddisfare i fabbisogni
idrici delle vacche da latte tramite acqua di qualita' e'
fondamentale per il raggiungimento del potenziale produttivo
quanti-qualitativo e per garantire la salute animale.
In secondo luogo, la quantita' e la qualita' dell'acqua molisana,
risorsa idrica per eccellenza, ne fanno un elemento essenziale ed
unico per la costituzione biologica e chimico-fisica dei
microelementi dei principali gruppi salini per garantire una
composizione bilanciata che si riflette nelle caratteristiche
merceologiche e sensoriali legate al territorio e all'ambiente di
produzione del «Fior di latte molisano».
Infatti, l'acqua viene utilizzata lungo tutto il processo di
produzione del Fior di latte molisano, in particolare il processo di
filatura raggiunge una composizione e costituzione fino al 70% di
acqua, oltremodo il liquido di governo in cui viene conservato il
«Fior di latte molisano» e' costituito da acqua. Pertanto, sia
durante il processo produttivo che durante la conservazione del «Fior
di latte molisano» nel liquido di governo si generano tutta una serie
di scambi tra formaggio e liquido (acqua), che sono determinati da:
la composizione stessa del «Fior di latte molisano», in particolare
il suo tenore di umidita', dalla natura del liquido di governo
(acqua), la temperatura di conservazione e la sua durata. Nel
complesso, si verificano assorbimenti o cessioni di acqua dal Fior di
latte al liquido di governo di componenti solubili come calcio,
lattati, zuccheri o solubilizzanti per attivita' proteolitica. Questi
processi possono portare sia modificazioni strutturali dell'aspetto
esterno del fior di latte, nonche' influenzare il sapore e l'odore.
In pratica, l'acqua molisana con un bassissimo residuo fisso e poco
dura, con un contenuto di nitrati bassissimo, nonche' bassissima
concentrazione di sodio, per cui viene definita leggera, contribuisce
a mantenere inalterato il sapore fresco di latte, l'aroma delicato
con retrogusto erbaceo (fieno, erba) e l'odore fragrante di latte
delicatamente acidulo tipici del «Fior di latte molisano». Le
tecniche di produzione sono rimaste molto simili a quelle del
passato. La tradizione e l'alta competenza nella tecnica del coagulo
e nella fase di filatura sono elementi distintivi del processo di
produzione del Fior di latte molisano, che insieme alle
caratteristiche del territorio molisano, ricco di biodiversita' e di
un patrimonio storico di valore, conferiscono al prodotto una
sostanziale unicita'.
Art. 7.
Confezionamento ed etichettatura
Il «Fior di latte molisano» deve essere confezionato nell'azienda
di produzione all'interno della zona geografica delimitata all'art. 3
in quanto si tratta di un prodotto fresco che tende facilmente a
deperire. Il «Fior di latte molisano» deve essere confezionato in
involucro protettivo e commercializzato in confezioni di diverso peso
e/o in singole porzioni, immerso in liquido di governo, costituito da
acqua, eventualmente salata (esclusivamente sale naturale - cloruro
di sodio).
1. Sulle confezioni deve essere apposto, all'atto dell'immissione
al commercio, il logo che costituisce parte integrante del presente
disciplinare di produzione, (evidenziando se e' stato utilizzato
latte crudo o termizzato / pastorizzato).
2. Inserire simbolo europeo della DOP.
3. Il logo e' composto da una figura a forma di goccia di latte
con la punta rappresentante i monti e all'interno nella parte
inferiore linee geometriche semicircolari (colline) con colori
rappresentanti la bandiera italiana. Centralmente nella parte
superiore della figura compare una corona che sta a significare che
il «Fior di latte» e' il re dei formaggi freschi. Nella parte
inferiore del logo descritto compare la scritta «Fior di latte
molisano» D.O.P.
Il logo della denominazione ha le seguenti caratteristiche
cromatiche e grafiche:
4. La dimensione del logo sopra descritto non deve mai essere
inferiore a mm 15 di base ed essere posizionato sulla confezione in
rispetto della normativa sulla etichettatura alimentare, al fine di
consentire una adeguata leggibilita' e riconoscibilita'. Ove trattasi
di singola porzione imbustata, l'involucro deve riportare il logo
rispettando la dimensione minima indicata.
Pomodoro Pelato di Puglia Dop - Avviso della presentazione della domanda di registrazione - 2024 »