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Genepi' del Piemonte IG

Pubblicato da disciplinare
Genepì del Piemonte

Il liquore Genepi' del Piemonte IG si ottiene tramite l'estrazione, che puo' essere dinamica o statica,  dei principi attivi delle piante appartenenti alle specie Artemisia genipi Weber, A. mutellina Vill., A.  glacialis L., A. nivalis Br.-Bl., A. petrosa Jan. Le specie di Artemisia sono normalmente piante  spontanee oggetto di raccolta, con l'eccezione di A. mutellina che puo' essere coltivata.

SCHEDA TECNICA INDICAZIONE GEOGRAFICA «GENEPI' DEL PIEMONTE»

1. Denominazione della bevanda spiritosa con indicazione geografica: «Genepi' del Piemonte».
Categoria della bevanda spiritosa con indicazione geografica: liquore, liquori di piante Genepi' -  allegato 2 - categoria 32 - paragrafo c - punto ii del regolamento CE n. 110 del 2008.
2. Descrizione della bevanda spiritosa:
a) caratteristiche fisiche, chimiche e/o organolettiche della categoria: il «Genepi' del Piemonte»  deve presentare le seguenti caratteristiche: titolo alcolometrico volumico minimo: 30%; contenuto in zucchero minimo: 100 g per litro di prodotto espresso come zucchero invertito; puo'  essere utilizzato saccarosio o sciroppo di glucosio. Il prodotto e' caratterizzato dall'assenza  di coloranti. 
Nel «Genepi' del Piemonte» si possono riscontrare i seguenti principi attivi estratti dalle piante:  α/β tuione, β-pinene, 1, 8 cineolo, borneolo, umbellifolide, idroperossitelechina, costunolide, genepolide, eupatilina, in proporzione variabile a seconda della specie e varieta' (ecotipi e  selezioni) di Artemisia utilizzata.
Il liquore si presenta di colore che puo' variare dal verdolino
al giallo ambrato. A livello olfattivo e' intenso e persistente. Puo'
presentare delle note floreali che ricordano la camomilla, la
ginestra, l'achillea. I sentori fruttati maggiormente riscontrati
sono gli agrumi e la frutta secca. Si possono riscontrare note
erbacee, speziate e tostate. Al gusto risulta caldo, morbido e puo'
essere amabile o secco. Emergono componenti amare tipiche della
pianta, e' sapido e di buona persistenza in bocca.
Nel caso di un liquore prodotto per sospensione il colore risulta
assente, generalmente emergono note floreali tipiche del geranio, ha
note speziate di anice e risulta meno morbido al palato;
b) caratteristiche specifiche della bevanda spiritosa rispetto
alla categoria cui appartiene: il liquore «Genepi' del Piemonte» si
ottiene tramite l'estrazione, che puo' essere dinamica o statica, dei
principi attivi delle piante appartenenti alle specie Artemisia
genipi Weber, A. mutellina Vill., A. glacialis L., A. nivalis
Br.-Bl., A. petrosa Jan. Le specie di Artemisia sono normalmente
piante spontanee oggetto di raccolta, con l'eccezione di A. mutellina
che puo' essere coltivata. Essa e' stata oggetto di selezione e studi
condotti dall'Universita' di Torino hanno consentito di evidenziare
che gli ecotipi (piante) legati al territorio piemontese (vedi schema
al punto f) sono distinguibili morfologicamente e chimicamente dalle
piante di altre provenienze. In particolare si e' rilevata un'elevata
presenza di composti aromatici, oli essenziali e componenti amare,
che caratterizzano il differente e distinguibile profilo chimico
delle piante piemontesi che conferiscono un caratteristico profilo
sensoriale al liquore «Genepi' del Piemonte» rendendolo differente
rispetto alle altre bevande spiritose della categoria. A seguito
dell'infusione o della sospensione degli ecotipi piemontesi in
soluzione idroalcolica, si ottiene un liquore con caratteristiche
uniche in termini di aroma, un bouquet ampio e complesso,
particolarmente intenso, unito ad un sapore amaro che partecipa
all'equilibrio generale del prodotto.
Forte della peculiarita' di crescere in un territorio favorevole
dal punto di vista climatico, circondata dalle montagne piemontesi,
la pianta riceve altresi' l'aria del mare che le conferisce una
particolare caratteristica.
Il Genepi' impiegato nella preparazione del «Genepi' del
Piemonte» deve provenire da raccolta di piante spontanee e/o da
coltivazioni situate nei comuni definiti nell'elenco al punto c);
c) zona geografica interessata: la quota ottimale di
coltivazione e' stata individuata al di sopra dei 1500 m s.l.m., su
terreni esposti a sud, considerato che le piante difficilmente si
adattano alle temperature elevate di quote piu' basse. Possono essere
ammesse altitudini inferiori, comunque mai al disotto dei 1400 m
s.l.m., quando cio' sia giustificato da particolari favorevoli
esposizioni e da risultati qualitativi dimostrabili.
La coltivazione delle piante e' ammessa nel territorio
amministrativo dei comuni delle Province di Alessandria, Biella,
Cuneo, Torino, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli come riportate
nell'elenco sottostante.
Provincia di Alessandria: Albera Ligure, Cabella Ligure,
Cantalupo Ligure, Carrega Ligure, Fabbrica Curone, Montacuto.
Provincia di Biella: Ailoche, Andorno Micca, Biella, Bioglio,
Callabiana, Camandona, Campiglia Cervo, Caprile, Coggiola,
Crevacuore, Donato, Graglia, Mosso Santa Maria, Muzzano, Netro,
Occhieppo Superiore, Pettinengo, Piatto, Piedicavallo, Pistolesa,
Pollone, Portula, Quittengo, Rosazza, Sagliano Micca, San Paolo
Cervo, Selve Marcone, Sordevolo, Tavigliano, Trivero, Vallanzengo,
Valle Mosso, Valle San Nicolao, Veglio.
Provincia di Cuneo: Acceglio, Aisone, Alto, Argentera, Bagnolo
Piemonte, Barge, Bellino, Boves, Briga Alta, Brossasco, Busca,
Canosio, Caprauna, Cartignano, Casteldelfino, Castelmagno, Celle di
Macra, Chiusa di Pesio, Crissolo, Demonte, Dronero, Elva, Entracque,
Frabosa Soprana, Frabosa Sottana, Frassino, Gambasca, Garessio,
Limone Piemonte, Macra, Magliano Alpi, Marmora, Martiniana Po, Melle,
Moiola, Montaldo di Mondovi, Monterosso Grana, Oncino, Ormea, Ostana,
Paesana, Pamparato, Peveragno, Pietraporzio, Pontechianale,
Pradleves, Prazzo, Priola, Rittana, Roaschia, Robilante, Roburent,
Roccabruna, Roccaforte Mondovi, Roccavione, Sambuco, Sampeyre, San
Damiano Macra, Sanfront, Stroppo, Valdieri, Valgrana, Valloriate,
Valmala, Vernante, Villar San Costanzo, Vinadio, Viola.
Provincia di Torino: Ala di Stura, Alice Superiore, Almese,
Alpette, Andrate, Angrogna, Balme, Bardonecchia, Bobbio Pellice,
Borgiallo, Brosso, Bruzolo, Bussoleno, Canischio, Cantoira, Caprie,
Carema, Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Ceres, Ceresole Reale,
Cesana Torinese, Chialamberto, Chianocco, Chiomonte, Cintano,
Claviere, Coassolo Torinese, Coazze, Colleretto Castelnuovo, Condove,
Corio, Cumiana, Cuorgne, Exilles, Fenestrelle, Fiano, Forno Canavese,
Frassinetto, Frossasco, Giaglione, Giaveno, Gravere, Groscavallo,
Ingria, Inverso Pinasca, Lemie, Locana, Lugnacco, Massello, Mattie,
Meana di Susa, Meugliano, Mezzenile, Mompantero, Monastero di Lanzo,
Moncenisio, Noasca, Nomaglio, Novalesa, Oulx, Perosa Argentina,
Perrero, Pinasca, Pomaretto, Pont Canavese, Pragelato, Prali,
Pramollo, Pratiglione, Quincinetto, Ribordone, Ronco Canadese, Rora,
Roreto Chisone, Rubiana, Ruglio, Salbertrand, Salza di Pinerolo, San
Colombano Belmonte, San Germano Chisone, San Giorio di Susa, Sant
Antonino di Susa, Sauze di Cesana, Sauze d'Oulx, Sestriere, Settimo
Vittone, Sparone, Tavagnasco, Torre Pellice, Trausella, Traversella,
Traves, Usseaux, Usseglio, Vaie, Val della Torre, Vallo Torinese,
Valprato Soana, Varisella, Venaus, Vico Canavese, Villar Dora, Villar
Focchiardo, Villar Pellice, Vistrorio, Viu.
Provincia di Verbano-Cusio-Ossola: Antrona Schieranco, Anzola
d'Ossola, Aurano, Baceno, Bannio Anzino, Beura Cardezza, Bognanco,
Calasca Castiglione, Cannobio, Caprezzo, Casale Corte Cerro, Cavaglio
Spoccia, Ceppo Morelli, Cossogno, Craveggia, Crevoladossola, Crodo,
Cursolo Orasso, Domodossola, Druogno, Falmenta, Formazza, Gurro,
Intragna, Loreglia, Macugnaga, Malesco, Masera, Massiola, Mergozzo,
Miazzina, Montecrestese, Montescheno, Oggebbio, Omegna, Ornavasso,
Pallanzeno, Piedimulera, Pieve Vergonte, Premia, Premosello
Chiovenda, Quarna Sopra, Quarna Sotto, Re, San Bernardino Verbano,
Santa Maria Maggiore, Seppiana, Stresa, Toceno, Trarego Viggiona,
Trasquera, Trontano, Valstrona, Vanzone Con San Carlo, Varzo,
Viganella, Villadossola, Villette, Vigogna.
Provincia di Vercelli: Alagna Valsesia, Balmuccia, Boccioleto,
Borgosesia, Campertogno, Carcoforo, Cervatto, Cravagliana, Fobello,
Guardabosone, Mollia, Pila, Piode, Postua, Quarona, Rassa, Rima San
Giuseppe, Rimasco, Rimella, Riva Valdobbia, Rossa, Sabbia, Scopa,
Scopello, Varallo, Vocca.
La raccolta di piante spontanee deve avvenire attenendosi alle
relative disposizioni contenute nelle normative regionali e con
modalita' di certificazione che garantiscano l'origine delle piante.
Il liquore «Genepi' del Piemonte» deve essere prodotto nei comuni
siti nel territorio italiano della Regione Piemonte;
d) metodo di produzione della bevanda spiritosa: il liquore
ottenuto per infusione e' preparato a partire da piante di Artemisia
essiccate, poste in contenitori di acciaio inox e riempiti con una
soluzione idroalcolica con grado alcolico variabile tra i 70 e i 90°
C e lasciate in infusione per un tempo variabile tra i trenta e
i sessanta giorni nel caso di estrazioni statiche. E' ammesso l'uso
esclusivo di alcool etilico di origine agricola.
Se si utilizzano estrattori «dinamici», dotati di cilindri
oscillanti, si riducono i tempi dell'infusione.
La quantita' minima di pianta essiccata deve essere di 7 g/l di
liquore finito. Per pianta essiccata si intende la pianta che ha
perso la maggior parte dell'acqua per disidratazione.
Dopo il ciclo estrattivo l'infuso viene torchiato e, dopo un
eventuale periodo di affinamento, addizionato ad una miscela di acqua
e zucchero per completare la preparazione del liquore.
E' possibile distillare una parte dell'infuso in alambicchi in
corrente di vapore e aggiungerlo al momento della preparazione del
liquore.
Se necessario si corregge il grado alcolico con aggiunta di
alcool etilico di origine agricola.
Durante la lavorazione per l'ottenimento del «Genepi' del
Piemonte» e' possibile aggiungere le preparazioni aromatiche,
derivate da altre piante aromatiche e definite nell'art. 3, paragrafo
2, lettera d), del regolamento CE n. 1334/2008; in ogni caso la
quantita' di piante aromatiche utilizzate per l'ottenimento della
preparazione aromatica non deve essere superiore al 10% della
quantita' totale di Artemisia utilizzata. Le piante aromatiche che
possono essere utilizzate sono le seguenti: l'Achillea Moscata,
l'Angelica, l'Artemisia comune (A. Vulgaris), il Basilico, il Calamo,
la Cannella, il Chiodo di garofano, il Ginepro, l'Issopo, la Lavanda,
il Meliloto, la Menta, la Melissa, l'Erba di S. Giovanni, l'Origano,
l'Ortica bianca, il Pino Silvestre, il Rosmarino, la Santoreggia, la
Salvia, il Timo, il Sambuco, il Serpillo, la Verbena, la Vulneraria.
A fine lavorazione il liquore Genepi' viene lasciato riposare per
ottenere la spontanea sedimentazione delle parti insolubili, poi
separate per filtrazione, fino ad ottenere un prodotto trasparente o
brillante.
Il liquore ottenuto per «sospensione» e' preparato a partire da
piante essiccate, collocate su apposite griglie sospese sulla
soluzione idroalcolica, in contenitori chiusi ermeticamente dove lo
spazio di testa saturo di alcool estrae le componenti piu' volatili
delle piante. Il procedimento dura circa novanta giorni. Dopo la
sospensione, per la preparazione del liquore si procede con lo stesso
metodo descritto precedentemente utilizzando la miscela estraente; il
liquore finito si presenta incolore.
Il prodotto finito, ottenuto per infusione o per sospensione,
puo' essere subito imbottigliato e commercializzato; puo' essere
lasciato affinare - prima dell'imbottigliamento o in bottiglia - per
un periodo minimo di due mesi;
e) elementi che dimostrano legame con l'ambiente geografico o
con l'origine geografica:
storia: il liquore «Genepi' del Piemonte» e' tradizionalmente
legato all'ambiente alpino, dove le piante di Artemisia crescono
spontaneamente ad un altitudine superiore ai 2000 metri tra le rocce,
nelle morene dei ghiacciai, su terreni poveri di materia organica.
Tra le genti delle Alpi occidentali, ed in particolare nel territorio
conosciuto come «Occitania», l'utilizzo della pianta officinale del
Genepi' ha storicamente rappresentato un diffuso metodo terapeutico
per molte patologie infiammatorie e digestive. E' da sempre
considerato efficace anche sulle vie respiratorie grazie alle sue
proprieta' espettoranti e decongestionanti, e pertanto usato fin dal
medioevo per la cura di malattie da raffreddamento (CNAC, 1995,
Delahaye, 2008). La pianta del Genepi' e' storicamente impiegata per
la produzione del liquore, forte di tradizioni famigliari che si
tramandano nei secoli. La regione alpina ha sviluppato a partire dal
XVIII secolo un'attivita' di liquoristeria. Ne e' la prova la
produzione da parte dei monaci della Grande Certosa, nel massiccio
che assume lo stesso nome, di una gamma di liquori di piante dalle
ricette segrete fin dal 1760.
Nella seconda meta' del 1700, a Fenestrelle, il regio notaio
Stefano Pin introdusse per primo nelle Valli Occitane Piemontesi la
distillazione e l'alambicco. Suo figlio Stefano Giuseppe, a causa
dell'occupazione napoleonica del Piemonte, non segui' la carriera
notarile del padre ma, approfittando delle prove e degli studi di
questi, diede avvio alla produzione del genepy distillando quello
raccolto sui monti tra Fenestrelle ed il Colle del Sestriere.
Descrisse dettagliatamente, su un ricettario datato «1823», i sistemi
e i metodi usati nella produzione. La prima distilleria fu fondata
nel 1823 proprio a Fenestrelle.
Nei decenni successivi cominciarono a diffondersi gli opifici di
trasformazione dell'erba in liquore, utilizzando i metodi
tradizionali di infusione, conosciuti ed applicati da tempo
immemorabile dagli abitanti delle alte valli piemontesi. Di questo
sviluppo sono testimonianza le ricette, gli studi, le pubblicazioni e
le etichette storiche che sono tutt'oggi conservate dalle antiche
distillerie presenti nel territorio piemontese.
Intorno alla meta' del 1900, visto il considerevole aumento degli
opifici di trasformazione dell'erba in liquore, e per far fronte ad
una richiesta sempre maggiore di materia prima, a partire dagli anni
'60 vengono avviate le prime coltivazioni di Genepi'. La coltivazione
della pianta del Genepi', necessariamente realizzata in altitudine,
risulta difficoltosa ma permette di conservare le proprieta'
botaniche e chimiche della pianta, e conferma il forte legame che la
pianta ha con il suo ambiente naturale, le Alpi occidentali.
A partire dagli anni '70 sono iniziati i primi studi sulla sua
coltivazione. Nel 2000 in Piemonte e' iniziata una concreta azione
per la tutela e la valorizzazione a supporto della coltivazione del
Genepi'. Nel 2003 le Province di Torino e Cuneo hanno avviato alcuni
progetti dedicati allo sviluppo della coltivazione del Genepi', con
lo scopo di definire le tecniche di coltivazione ottimali e valutare
la possibilita' di espansione della coltivazione. Nel 2006 la Regione
Piemonte - Settore servizi di sviluppo agricolo, ha promosso e
finanziato un progetto a regia regionale dal titolo: «Genepy:
sviluppo di tecniche innovative a supporto della coltivazione e della
trasformazione del genepy in Piemonte», dal quale provengono la
maggior parte delle informazioni contenute nella presente scheda.
Il liquore «Genepi' del Piemonte» conserva dunque un legame
culturale molto forte con l'ambiente alpino, forte delle secolari
tradizioni famigliari e della capacita' dei liquoristi di ottenere un
prodotto che conserva intatte le caratteristiche della pianta del
Genepi', che si ritrovano nel liquore «Genepi' del Piemonte». E'
espressione delle colture di alta montagna e contemporaneamente
dell'attivita' del territorio nel quale sono localizzati gli opifici
di trasformazione;
coltivazione: con il nome popolare di Genepi' sono
classificate cinque specie di piante ascritte al genere Artemisia L.,
della famiglia delle Asteraceae: Artemisia genipi o (sin.: A.
spicata) - (Genepi' nero), Artemisia mutellina (sin: A.
umbelliformis; A. laxa) - (Genepi' bianco), Artemisia glacialis
(Genepi' dei ghiacciai), Artemisia nivalis (Genepi' delle nevi) e
Artemisia eriantha (sin: A. petrosa) - (Genepi' delle rocce).
L'Artemisia mutellina Vill. e' la specie che meglio si adatta
alla coltivazione, che avviene ad una quota superiore ai 1500 m
s.l.m., in zone esposte a sud, su terreni poco fertili e senza
ristagni idrici. In considerazione dei luoghi dove cresce
spontaneamente (morene glaciali, pietraie e pascoli magri d'alta
quota) il Genepi' necessita di terreni poveri di sostanza organica e
ricchi di scheletro.
L'irrigazione deve essere di soccorso e non finalizzata a
incrementare la produzione. E' consentito l'uso di pacciamatura.
La concimazione ed eventuale difesa fitosanitaria e' da
realizzarsi unicamente con prodotti ammessi dal regolamento CE n.
2092/91 e successive modifiche, concernente la produzione biologica.
In caso di attacchi di malattie che mettano a rischio l'intera
coltivazione e' consentito l'utilizzo di prodotti di sintesi, che
devono essere registrati per l'utilizzo sul Genepi' o, almeno, sulle
piante officinali; all'atto della vendita deve essere allegata una
certificazione di residuo 0;
ecotipi: esistono diverse varieta' di A. mutellina coltivate,
che si suddividono in due gruppi tra loro distinguibili sia
morfologicamente sia chimicamente: l'occitano e lo svizzero.
Alla luce delle attuali conoscenze al gruppo occitano fanno capo
gli ecotipi locali Elva, Val Chisone, Valle Gesso, Gran Paradiso (che
prendono il nome dalle localita' di provenienza), mentre al gruppo
svizzero appartengono le selezioni RAC 12 e RAC 16, selezionati dalla
stazione di ricerca di Changin (CH) per il basso contenuto in tuione.

Parte di provvedimento in formato grafico


Quadro riassuntivo delle specie di Genepi', con selezioni
e ecotipi di A. mutellina

f) condizioni da rispettare in forza di disposizioni
comunitarie e/o nazionali e/o regionali: la produzione del «Genepi'
del Piemonte» rispetta il regolamento CE n. 110/2008 del Parlamento
europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008, relativo alla
definizione, alla presentazione, all'etichettatura e alla protezione
delle indicazioni geografiche delle bevande spiritose.
Tenore in tuione (alfa e beta) max: 35 mg/kg - regolamento CE n.
1334/2008 - allegato III - parte B.
L'immissione al consumo del liquore «Genepi' del Piemonte» deve
avvenire secondo le modalita' seguenti:
il liquore deve essere posto in vendita in contenitori di vetro
non colorato o che consentano di vedere il colore naturale del
prodotto, nelle gamme di volume consentito, secondo le indicazioni
previste dal decreto legislativo n. 12 del 25 gennaio 2010, in
recepimento della direttiva CE n. 45 del 5 dicembre 2007;
sulle confezioni o sulle etichette devono figurare le
indicazioni previste dal decreto legislativo n. 109 del 27 gennaio
1992 e dal regolamento UE n. 1169 del 25 ottobre 2011.
Devono comunque essere presenti le seguenti indicazioni: il nome,
la ragione sociale e l'indirizzo dell'azienda confezionatrice o
produttrice;
g) nome indirizzo del richiedente: Associazione per la tutela e
la valorizzazione del Genepi' altresi' nominata «Associazione per il
Genepi'», via Val Maira n. 19 - 12025 Dronero. Sito Internet:
www.genepy.it

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