Insalata di Lusia Igp - Modifica minore
Modifica minore del disciplinare di produzione della denominazione Insalata di Lusia registrata in qualita' di Indicazione geografica protetta in forza al regolamento (CE) n. 1137 del 25 novembre 2009.
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
PROVVEDIMENTO 10 gennaio 2019
Modifica minore del disciplinare di produzione della denominazione Insalata di Lusia registrata in qualita' di Indicazione geografica protetta in forza al regolamento (CE) n. 1137 del 25 novembre 2009.
(19A00447)
(GU n.21 del 25-1-2019)
IL DIRIGENTE DELLA PQAI IV
della direzione generale per la promozione della qualita'
agroalimentare e dell'ippica
Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive
modifiche ed integrazioni, recante «Norme generali sull'ordinamento
del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni» ed, in
particolare l'art. 4, comma 2 e gli artt. 14, 16 e 17;
Vista la direttiva direttoriale 2018 della Direzione generale per
la promozione della qualita' agroalimentare e dell'ippica del 23
marzo 2018, in particolare l'art. 1, con la quale ai titolari degli
uffici dirigenziali di livello non generale, sono assegnati, in
coerenza con le priorita' politiche individuate nella direttiva del
Ministro del 15 febbraio 2018, n. 1654, nonche' nella direttiva
dipartimentale 22 febbraio 2018, prot. n. 738, gli obiettivi
riportati nell'allegato A) che costituisce parte integrante della
presente direttiva;
Visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del
Consiglio del 21 novembre 2012 sui regimi di qualita' dei prodotti
agricoli e alimentari;
Visto il regolamento (CE) n. 1137/2009 della Commissione del 25
novembre 2009 con il quale e' stata iscritta nel registro delle
denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche
protette, la Indicazione geografica protetta «Insalata di Lusia»;
Considerato che, e' stata richiesta ai sensi dell'art. 53,
paragrafo 2, secondo comma del regolamento (UE) n. 1151/2012 una
modifica minore del disciplinare di produzione della Indicazione
geografica protetta di cui sopra;
Considerato che, la Commissione europea ha approvato la presente
modifica minore ai sensi dell'art. 6, paragrafo 2, terzo comma, del
regolamento delegato (UE) n. 664/2014;
Ritenuto che sussista l'esigenza di pubblicare nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana il disciplinare di produzione
attualmente vigente, a seguito dell'approvazione della modifica
richiesta della I.G.P. «Insalata di Lusia», affinche' le disposizioni
contenute nel predetto documento siano accessibili per informazione
erga omnes sul territorio nazionale;
Provvede:
Alla pubblicazione dell'allegato disciplinare di produzione della
Indicazione geografica protetta «Insalata di Lusia», nella stesura
risultante a seguito dell'approvazione della domanda di modifica
minore pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea -
Serie C 3 del 7 gennaio 2019.
I produttori che intendono porre in commercio la Indicazione
geografica protetta «Insalata di Lusia», sono tenuti al rispetto
dell'allegato disciplinare di produzione e di tutte le condizioni
previste dalla normativa vigente in materia.
Roma, 10 gennaio 2019
Il dirigente: Polizzi
Allegato
Disciplinare di produzione dell'Indicazione geografica protetta
«Insalata di Lusia»
Art. 1.
Denominazione del prodotto
L'indicazione geografica protetta «Insalata di Lusia» e'
riservata esclusivamente all'insalata lactuca sativa, nelle due
varieta' cappuccia e gentile che risponde alle condizioni ed ai
requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.
Art. 2.
Caratteristiche del prodotto
Le colture destinate alla produzione dell'Indicazione geografica
protetta «I.G.P. Insalata di Lusia», nelle due varieta' cappuccia e
gentile, devono essere costituite da piante della famiglia delle
asteracee, genere lactuca, specie sativa, varieta' capitata
(denominata cappuccia) e crispa (denominata gentile).
Fusto: corto, massimo 6 cm, e molto carnoso; su di lui
s'inseriscono le foglie di numero, forma, dimensione e colore
variabile in funzione dell'andamento climatico;
Gusto: fresco e croccante;
Pianta: il prodotto in serra presenta una struttura piu'
contenuta con grumo leggermente piu' aperto rispetto alla coltura in
pieno campo.
Caratteristiche essenziali:
leggerezza del cespo;
morbidezza, dovuta all'assenza di fibrosita', accompagnata
dalla turgidita' anche dopo 10 - 12 ore dalla raccolta, assenza di
fenomeni di lignificazione;
croccantezza per le foglie giovani, fresche e turgide;
percettibile sapidita', che esclude la necessita' di cloruro di
sodio nel condimento.
A) Cultivar cappuccia
Foglia: compatta e ondulata presenta il margine intero di un
colore verde medio brillante che puo' essere soggetto a sensibili
variazioni in relazione all'andamento climatico.
Peso del cespo: da 200 a 500 grammi.
B) Cultivar gentile
Foglia: bollosa con margine frastagliato, di colore verde chiaro
brillante che puo' essere soggetto a sensibili variazioni in
relazione all'andamento climatico.
Peso del cespo: da 150 a 450 grammi.
Art. 3.
Zona di produzione e confezionamento
La zona di produzione comprende parte del territorio delle
Province di Rovigo e Padova vocata per l'ottenimento dell'insalata ed
e' circoscritta ai seguenti comuni:
Provincia di Rovigo: Lusia, Badia Polesine, Lendinara, Costa di
Rovigo, Fratta Polesine, Villanova del Ghebbo e Rovigo;
Provincia di Padova: Barbona, Vescovana e Sant'Urbano.
Art. 4.
Elementi che comprovano l'origine
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando
per ognuna gli input e gli output. In questo modo e attraverso
l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di
controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la
coltivazione e dei nominativi di produttori e condizionatori, nonche'
attraverso la denuncia alla struttura di controllo delle quantita'
prodotte, viene garantita la tracciabilita' del prodotto.
Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi
elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte dell'organismo di
controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e
dal relativo piano di controllo.
Art. 5
Tecniche di produzione e raccolta
Esigenze di terreno e clima:
l'insalata di Lusia deve essere coltivata in terreni con
substrato sciolto o franco, caratterizzati da una tessitura piuttosto
grossolana che li renda particolarmente permeabili. Pertanto il
terreno deve essere costituito da una percentuale di sabbia non
inferiore al 30% e da una quantita' di argilla non superiore al 20%.
Inoltre deve poter disporre di acqua per l'irrigazione.
Preparazione del terreno:
la produzione dell'Insalata di Lusia puo' avvenire sia in pieno
campo, sia in coltura protetta.
Per la preparazione del terreno e' obbligatorio effettuare una
aratura (o lavorazione equipollente) almeno una volta all'anno, per
interrare sia i residui colturali della coltura precedente, sia i
concimi usati per la concimazione di fondo, alla profondita' di 30 -
40 cm.
Per la coltivazione in serra, considerate le difficolta' che puo'
comportare una tale lavorazione in ambienti limitati, in alternativa
e' ammessa una vangatura o una estirpatura.
Per i cicli di coltivazione successivi sono ammesse lavorazioni
atte a ripristinare la struttura del terreno e all'interramento di
eventuali residui colturali mediante aratura o vangatura o zappatura
o estirpatura.
Successivamente alle suddette lavorazioni, e quindi in pre
trapianto, seguira' una fresatura o erpicatura seguita da una
rullatura per affinare e livellare il terreno creando le migliori
condizioni per l'attecchimento delle piantine poste a dimora.
Avvicendamento:
viste le caratteristiche fisico-agronomiche del suolo della
zona delimitata (buona percorribilita' e lavorabilita', buona
accettazione delle piogge e capacita' di ritenzione idrica bassa) non
e' obbligatorio alcun tipo di avvicendamento.
Trapianto tipo e sesto d'impianto:
tale operazione si effettua utilizzando piantine con minimo 3
foglie vere dotate di pane di terra.
Si adotta il seguente sesto d'impianto:
tra le file da 30 - 40 cm;
sulla fila da 30 - 35 cm.
Per le operazioni di trapianto, qualora si utilizzino
trapiantatrici o agevolatrici meccaniche, considerando che le stesse
non possono garantire la precisione, e' ammissibile una tolleranza
delle distanze di trapianto pari ad un 10%.
Fertilizzazione:
le analisi del terreno devono essere eseguite ogni cinque anni.
Per azoto, fosforo e potassio la quantita' delle unita'
fertilizzanti da apportare per singolo ciclo colturale va decisa in
funzione dell'analisi del terreno e non puo' comunque superare le
seguenti unita' per ettaro:
azoto = 150;
fosforo = 100;
potassio = 200.
Per evitare il depauperamento della sostanza organica, e'
obbligatorio apportarne sotto forma di letame di bovino maturo o
altri composti organici. Per quanto riguarda l'apporto di letame
questo andra' distribuito nel periodo compreso tra la raccolta delle
ultime produzioni dell'anno solare e i primi trapianti del nuovo
anno. Le unita' fertilizzanti distribuite in questo periodo,
considerando la lenta mineralizzazione di questo prodotto, andranno
ripartite per i tre cicli colturali seguenti. L'apporto di altri
prodotti organici (con titolo di azoto compreso tra l'1,0% e il 3,5%)
deve essere effettuato per ogni ciclo colturale con quantita' non
superiori alle 2 tonnellate ad ettaro.
Vista la permeabilita' dei terreni, l'apporto di concimi chimici
azotati deve essere frazionato in almeno due interventi di cui quello
in pre trapianto non deve superare il 50% della quantita' da
distribuire mentre l'ultimo deve essere effettuato non oltre i 15
giorni seguenti il trapianto.
Irrigazione:
si dovra' intervenire, adottando volumi d'acqua ridotti e
costanti, una o due volte al giorno dopo la messa a dimora delle
piantine e fino al superamento della crisi di trapianto, la cui
durata non deve superare i 15 giorni dal trapianto stesso.
Successivamente si dovranno limitare gli apporti idrici in quanto la
presenza di una falda freatica alta tipica della zona, consente alla
coltura di sopperire alle normali esigenze idriche. Inoltre,
l'intervento irriguo eseguito dopo la crisi di trapianto, se non
necessario, risulta dannoso in quanto favorisce lo sviluppo di
marciumi.
Circa il metodo di irrigazione sono consentiti l'utilizzo di
«manichetta» (irrigazione a goccia) o l'aspersione a bassa portata
(piccoli irrigatori) per evitare il compattamento del terreno.
Difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti:
e' richiesta una corretta applicazione delle pratiche colturali
quali la concimazione, l'irrigazione, la scelta del materiale
vivaistico al fine di consentire una riduzione degli attacchi
parassitari.
si dovranno utilizzare prodotti ammessi dalle vigenti
normative;
i trattamenti dovranno essere eseguiti con attrezzature in
buona efficienza e, in ogni caso, tarati almeno una volta ogni 5
anni;
il contenimento delle malerbe deve essere effettuato con
tecniche agronomiche (pacciamatura, false semine, sarchiatura,
fresatura) e/o prodotti chimici (diserbanti).
Produzione e raccolta:
la produzione unitaria massima, per ciclo produttivo, riferita
ad ettaro e' di:
tonnellate 55 per la cultivar cappuccia;
tonnellate 50 per la cultivar gentile.
Alla raccolta seguira' una toelettatura, che consiste in una
pulizia del cespo (eliminazione delle foglie basali), cui seguira' la
collocazione dei cespi di lattuga nei contenitori utilizzati per la
vendita (vedi art. 8). Entrambe le operazioni si eseguono in campo
allo scopo di evitare ulteriori manipolazioni che comporterebbero un
peggioramento qualitativo del prodotto.
Una volta eseguite queste operazioni il prodotto verra'
trasportato nel centro aziendale del produttore dove verra'
effettuato il lavaggio della lattuga senza toglierla
dall'imballaggio. Effettuato il lavaggio si completera' l'operazione
di confezionamento mediante l'apposizione sulla parte superiore
dell'imballaggio di una pellicola trasparente.
Nel caso in cui la singola azienda sia associata ad una
cooperativa di produttori, il lavaggio potra' essere eseguito presso
la sede della cooperativa stessa.
E' importante che il confezionamento avvenga in zona in quanto le
fasi di raccolta, toelettatura, lavaggio e confezionamento devono
essere molto ravvicinate, per evitare il decadimento delle
caratteristiche fisiche ed organolettiche del prodotto. Sottoporre
infatti l'«Insalata di Lusia» a manipolazioni eccessive e a lunghi
trasporti comporterebbe la perdita delle caratteristiche di
turgidita' e croccantezza delle foglie.
Successivamente alle operazioni di confezionamento sopra
descritte, l'IGP «Insalata di Lusia» puo' essere sottoposta a
lavorazioni di IV gamma. Per questa operazione non sono previste
limitazioni all'area di produzione.
Art. 6.
Legame con l'ambiente geografico
L'«Insalata di Lusia» e' apprezzata dal consumatore per la
leggerezza del cespo, per la sua buona conservazione, per l'assenza
di fibrosita' (la pianta e' composta in larga parte d'acqua), per la
croccantezza delle foglie giovani, fresche e turgide e per il suo
gusto, dovuto ad una naturale sapidita'.
Tali qualita' sono legate alla zona geografica e alla particolare
combinazione di alcuni fattori pedoclimatici del territorio di
produzione dell'«Insalata di Lusia» quali la presenza di terreni
fertili sciolti ricchi di sali minerali, l'umidita' atmosferica, la
presenza d'acqua costante lungo i canali.
La particolarita' gustativa dell'insalata di Lusia e' la
percettibile sapidita' che ne rende superfluo il condimento con il
sale e che e' dovuta alla presenza nei terreni di abbondanti sali
minerali. Infatti, i terreni della zona oggetto dell'I.G.P. e'
formato da uno strato superficiale di sabbie portate dalle numerose
alluvioni, causate in periodi pre romanici e nell'alto medioevo dallo
straripamento di alcuni rami del Tartaro e in periodo medioevale e
moderno dalle rotte dell'Adige. L'ultima grande rotta dell'Adige
risale a fine 1800 e le immense dune di sabbia formate da
quell'alluvione sono state spianate con lungo lavoro che e' durato
fino al 1960. Su questa sabbia, unificata da un secolo di vegetazione
spontanea, viene piantata l'insalata di Lusia, piu' ricca delle altre
in contenuto di betacarotene e soprattutto in potassio e calcio.
L'alta falda sotto il coltivo alimentata dall'Adige, che in
questa zona e' completamente pensile, e i fossetti d'irrigazione
tenuti sempre pieni tengono costante l'umidita' del terreno tanto da
poter limitare le irrigazioni alla fase immediatamente successiva al
trapianto. Cio' comporta minor dilavamento della foglia con
conseguente minor dispersione dei nutrienti che contiene e minor
necessita' di trattamenti antifungini.
La falda superficiale si trova ad un metro di profondita' ed e'
mantenuta costante grazie ad un sistema di canali artificiali.
L'insieme di questi fattori consente di diminuire gli interventi
irrigui e di conseguenza la diffusione di marciumi, lasciando intatto
il gusto fresco e la croccantezza tipiche della «Insalata di Lusia»,
che la contraddistinguono da insalate prodotte in altre zone.
La disponibilita' di acqua garantita dal fiume Adige, l'altezza
della falda freatica e la tessitura del terreno, consentono la
coltivazione dell'insalata anche nei periodi estivi (luglio -
agosto), con ottimi risultati garantendone la presenza sul mercato
per 10 - 11 mesi all'anno.
In effetti, i terreni sciolti e di medio impasto con tessitura
grossolana, tipici della zona arginale del fiume Adige, e la buona
permeabilita', che favorisce lo sgrondo dell'acqua piovana,
permettono di eseguire le lavorazioni in modo ottimale con qualsiasi
condizione climatico-meteorologica.
Oltre a quanto detto, anche l'esperienza maturata nel corso di un
cinquantennio di coltivazione delle insalate e il sapiente lavoro dei
produttori, ha permesso di affinare le tecniche produttive,
ottimizzando cosi' le sinergie derivanti da un giusto equilibrio tra
fattori climatici ed agronomici.
Alla fine del 1800 i terreni di Lusia e dei comuni limitrofi
furono ricoperti da uno spesso strato di sabbia riversato
dall'alluvione del fiume Adige. La formazione di un nuovo suolo molto
permeabile costrinse gli abitanti ad abbandonare le colture
tradizionali (grano e mais). Ma gia' dai primi anni del 1900 fecero
la loro comparsa le colture orticole, che sfruttando le
caratteristiche del nuovo terreno unite alla abbondante
disponibilita' di acqua derivata dalla vicinanza del fiume Adige,
consentivano delle produzioni di qualita'.
Una lettera degli anni 30, di un produttore dell'epoca
indirizzata ad un'autorita' ecclesiastica, descrive le condizioni dei
terreni, degli orticoltori, e della loro difficolta' nel
commercializzare i propri prodotti orticoli.
Gia' in quegli anni su alcuni quaderni manoscritti da produttori
della zona compariva il termine di insalata che si utilizzava per
indicare in modo generico sia le lattughe sia le indivie.
Ma gia' nel 1933 in altri quaderni compariva la dicitura «latuga»
o «salata» che identificava la lattuga cappuccia.
La prima documentazione statistica risale agli anni 50 e coincide
con la fondazione della centrale ortofrutticola di Lusia.
Nei dati statistici del 1956, le «insalate» risultano essere il
secondo prodotto, per quantita', transitato per il mercato locale,
dopo la patata.
Negli anni 60 alcuni commercianti della zona, grazie agli scambi
commerciali con il mercato ortofrutticolo di Verona, notarono la
lattuga gentile. Questa tipologia fu presto introdotta nelle aziende
locali. Qui, grazie alle favorevoli condizioni pedoclimatiche, si
ottennero ottimi risultati quali-quantitativi tanto da indurre i
produttori ad iniziare una selezione varietale atta ad individuare le
cultivar che esaltassero le caratteristiche organolettiche di questa
insalata.
La dimostrazione dell'uso consolidato della denominazione
«Insalata di Lusia» e' provata tra l'altro dall'uso del termine
«salatari» per definire gli abitanti del comprensorio di Lusia. Tale
termine dialettale significa «produttori d'insalata» e la sua
diffusione e' indice della fama di ortolani degli abitanti della zona
(definita la «Capitale degli orti») e soprattutto della ormai nota
insalata che si produce nel loro territorio.
Art. 7.
Riferimenti relativi alle strutture di controllo
Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare e'
svolto da una struttura di controllo conformemente a quanto stabilito
dagli articoli 10 e 11 del regolamento (CE) n. 510/2006.
Art. 8.
Modalita' di confezionamento ed etichettatura
Per l'immissione al consumo la lattuga che si fregia dell'I.G.P.
Insalata di Lusia deve essere confezionata utilizzando contenitori di
plastica, legno, cartone, polistirolo e altri materiali per alimenti.
Il contenuto di ciascun imballaggio deve essere omogeneo ed
includere soltanto insalata della stessa varieta', della stessa
origine, tipo, categoria e calibro. La parte visibile
dell'imballaggio deve essere rappresentativa dell'insieme.
La parte superiore dell'imballaggio contenente il prodotto,
dovra' essere protetto con l'apposizione di una barriera trasparente
in materiale per alimenti riportante esclusivamente il logo
dell'I.G.P. «Insalata di Lusia», tale da permettere sia la
visibilita' sia la traspirazione.
Le confezioni di IV gamma dovranno riportare le informazioni
previste per i contenitori.
Sui contenitori deve essere visibile il logo indicante la
dicitura I.G.P. «Insalata di Lusia» con dimensioni non inferiori ad
altre diciture eventualmente presenti sullo stesso imballaggio.
Tale logo e' formato dalle lettere «i» (sormontata da un punto di
forma ellitica) e «L». I lati interni delle lettere sono di forma
concava a formare una cornice ellitica al centro della quale e'
collocata, in forma stilizzata la torre medioevale di Lusia.
Parte di provvedimento in formato grafico
Le parti esterna e superiore del logo sono delimitate da una
cornice all'esterno della quale, nella parte superiore in zona
centrale, e' riportata la scritta «I.G.P.. Alla base del logo,
racchiusa nella cornice, compare la scritta «Insalata di Lusia».
Caratteristiche logo
Tipo di carattere:
scritta «Insalata di Lusia» RotisSerif Bold cp. 40,9 - Spazio
crenatura - 1,55%em - fattore di scala orizzontale 90%;
scritta «I.G.P.» RotisSerif Bold cp. 40,9 - Spazio crenatura -
1,55%em - fattore di scala orizzontale 90%.
Pantoni del logo:
lettere «i» e «L», scritte «I.G.P.» e «Insalata di Lusia» e
bordi della torre:
pantone 348 C (rif. quadricromia) ciano 100%, magenta 0%,
giallo 79%, nero 27%.
Torre e cornice:
pantone 368 C (rif. quadricromia) ciano 11%, magenta 0%, giallo
94%, nero 0%.
Il logo I.G.P. «Insalata di Lusia», gia' apposto sui contenitori,
non potra' essere riutilizzato.
Sui medesimi contenitori devono essere altresi' riportati gli
elementi atti ad individuare:
nome o ragione sociale ed indirizzo o sede del produttore
singolo o associato, o del confezionatore,
la categoria,
eventuali indicazioni complementari ed accessorie non aventi
carattere laudativo e non idonee a trarre in inganno il consumatore
sulla natura e sulle caratteristiche del prodotto.