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Nero D’Avola 2020 - Prodotte circa 50 milioni di bottiglie

Pubblicato da disciplinare
Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, Nero D’Avola

Il Nero D’Avola, considerato il vitigno a bacca nera più importante della Sicilia, oggi è presente in modo esteso in tutte le provincie siciliane ed è il più coltivato nelle provincie di Agrigento e Caltanissetta

CONSORZIO DI TUTELA VINI DOC SICILIA: OTTIMA ANNATA PER IL NERO D’AVOLA 2020 CHE PRESENTA VINI DALLA NOTEVOLE INTENSITÀ AROMATICA QUASI 50 MILIONI LE BOTTIGLIE PRODOTTE


Freschi profumi di spezie e ciliegie, quelli di un vino che esprime in modo universalmente apprezzato caratteristiche territoriali e culturali proprie dell’isola: è il Nero D’Avola, la cui annata 2020 è considerata ottima, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

Se un tempo era intensamente coltivato soprattutto in provincia di Siracusa, il Nero D’Avola, considerato il vitigno a bacca nera più importante della Sicilia, oggi è presente in modo esteso in tutte le provincie siciliane ed è il più coltivato nelle provincie di Agrigento e Caltanissetta. Secondo quanto evidenziato dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, ben 14.749 ettari di superficie vitata in tutta la Sicilia hanno prodotto 49.471.172 bottiglie certificate, circa 10 milioni in più rispetto al 2018.

“Nonostante il 2020 sia ricordato come l’anno di molteplici complessità – sottolinea Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia – il Nero D’Avola ha raggiunto un ottimo risultato dal punto di vista produttivo, grazie alle condizioni climatiche favorevoli ma anche all’impegno dei tanti produttori. Con circa 50 milioni di bottiglie l’anno nel 2020 e poi nel 2021, il Nero d’Avola è un prodotto considerato oggi di assoluta eccellenza, che ha contribuito a far conoscere la Sicilia nel mondo. Vitigno dal carattere impetuoso e attraente, si lascia addomesticare dal passaggio del tempo: è un nettare propenso all’invecchiamento, ma virtuoso e pregiato già in gioventù”.

In tutta la Sicilia la qualità del Nero D’Avola è stata molto buona e i vini dell’annata 2020 si distinguono per l’ottima intensità aromatica.

A livello climatico il 2020 è stato un anno leggermente meno piovoso rispetto alla media e questo ha contribuito a conservare le uve sane.

Breve profilo

La storia della vite sull’isola si perde nella notte dei tempi. Sembra infatti che i primi a coltivarla siano stati i Fenici, tra l’VIII e il VII secolo a.C., avviandone la commercializzazione in tutto il Mediterraneo. Oggi, dopo quasi 3 mila anni, la viticoltura in Sicilia resta uno degli asset strategici dell’economia di questa regione, impronta identitaria del suo paesaggio ed espressione viva della sua cultura. La salvaguardia di questo patrimonio unico al mondo è affidata soprattutto al Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, che dal 2012 tutela la produzione dei vini della denominazione di origine controllata Sicilia, dando voce alle cantine e valorizzando l’identità del made in Sicily enologico, per migliorarne la qualità, l’immagine e il posizionamento sui mercati. I vini Doc Sicilia che possiamo degustare si fanno oggi più moderni, capaci di abbinarsi con disinvoltura alla maggior parte delle cucine internazionali grazie alla loro grande versatilità e di evocare l’unicità di profumi e sapori dell’isola.

Cenni storici

Per conoscerlo fino in fondo, è tappa obbligata, aprire una parentesi sul nome di questo vitigno. Il Calabrese è inserito nel Registro Nazionale noto in Sicilia anche come Nero d’Avola. Calabrese era una denominazione utilizzata già nel 1600 quando, con Calavrisi o Calaulisi, venivano indicati tutti quei vini associabili al Sud Italia per caratteristiche qualitative, metodo di lavorazione, colore e zuccheri. Ma colaurisi, colaulisi e calavrisi sono anche un richiamo a calea, cioè uva, e aulisi, Avola, dunque uva d’Avola. Eppure, diversamente da quanto Calabrese possa suggerire, dapprincipio il territorio di elezione per la coltivazione di questo vitigno abbraccia i comuni di Pachino e Vittoria, nel sud-est siciliano. Oggi la sensibilità dei giovani produttori e la diffusione di una nuova cultura vitivinicola fanno sì che il Nero D’Avola sia un vino in grado di dominare la scena in piena autonomia, nell’interezza del suo vitigno, capace di rappresentare l’eterogeneità territoriale isolana, che si manifesta in tre biotipi principali di riferimento: A, B, C – uno per zona – rispettivamente, Sicilia centro-meridionale, Sicilia occidentale e Sicilia sud-orientale.

Profilo sensoriale del vino

Da un punto di vista sensoriale il vino è di colore rosso molto carico, il profumo è molto caratteristico, di particolare intensità e complessità. Si caratterizza per le elevate percezioni fruttate di ciliegia, fragola e frutta matura; a queste seguono anche note di pepe e sentori di vegetale fresco e speziato, in alcuni casi le note vegetali, mallo di noce, risultano preminenti caratterizzando in modo particolare i prodotti a base di nero d’Avola. Al gusto il vino si presenta di struttura elevata, di buon equilibrio tra la componente alcolica e quella acida, l’impatto tannico non è mai aggressivo, ma può essere intenso dando al vino una gradevole lunghezza gustativa. La permanenza della percezione aromatica è elevata.

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