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Piave Doc

Pubblicato da disciplinare

La Doc Piave puo' essere accompagnata dal nome dei vitigni Cabernet (da Cabernet franc e/o Cabernet Sauvignon e/o Carmenère);  Carmenère; Merlot; Manzoni bianco; Raboso (da Raboso Piave e/o Raboso veronese); Tai (da Tocai friulano); Verduzzo (da Verduzzo trevigiano e/o Verduzzo friulano); Chardonnay
Le uve destinate alla DOP Piave devono essere prodotte nei territori di alcuni comuni delle province di Treviso e Venezia.

La zona di produzione della DOC Piave ricade in una zona di media-bassa pianura che va dalla
pede-collina trevigiana ai confini con il Friuli, fino al Montello a nord e alla laguna veneziana verso
sud, lungo l’asse del fiume Piave.
L’area è caratterizzata da un clima temperato, con estati calde e inverni mai troppo freddi. Le
precipitazioni sono discretamente distribuite nel corso dell’anno, più abbondanti nelle zone più
vicine alle colline e minori scendendo verso Sud. Le correnti d’aria fresca provenienti da Nord-Est
fanno sentire il loro effetto con escursioni termiche notte/giorno più accentuate nella parte a Nord
del comprensorio.
I suoli sono considerati “caldi” poiché caratterizzati da un’elevata percentuale di scheletro con
elevata profondità esplorabile dalle radici, assenza di ristagni, poveri di sostanza organica, con
contenuto in elementi minerali buono e ben equilibrato, in particolare di fosforo e magnesio.
Fattori storici e umani
Il nome della denominazione deriva da quello del fiume Piave che attraversa il territorio e che,
sacro alla Patria, ha segnato le tappe della storia. L’intera area riconducibile all’attuale zona DOC
Piave era interessata alla coltura della vite già in epoca preromana, anche se le informazioni e le
antiche testimonianze sono scarse a causa delle numerose esondazioni dei corsi d’acqua e le
frequenti invasioni di eserciti e di barbari.
La dominazione asburgica segna una tappa importante per il rifiorire della viticoltura nella zona
grazie allo sviluppo di una moderna attività di studio e sperimentazione. Ai primi del ‘900 la
provincia di Treviso per consistenza del vigneto e produzione di vini, era al secondo posto tra le
province venete. Il rinnovo degli impianti nel periodo tra le due guerre, ha permesso lo sviluppo
della viticoltura moderna: nel 1942 è diffusa su circa 161.000 ettari in provincia di Treviso e 71.000
ettari per quella di Venezia.
Negli anni ‘50 i produttori della zona, prendono coscienza della qualità del prodotto e delle sue
potenzialità e si riuniscono in un consorzio finalizzato alla tutela e alla gestione dei vini di qualità
della zona tanto che nel 1971 viene riconosciuta la denominazione di origine per i vini “Piave”
DOC.
Le conoscenze dei produttori, uniti agli studi di zonazione avviati nel 2007, permettono di abbinare,
a ciascun ambiente pedoclimatico e geologico dell'’area DOC Piave, i vitigni più adatti per ottenere
i vini della denominazione.
b) Specificità del prodotto
I vini rossi della DOC Piave presentano un’ottima maturazione fenolica, che, grazie anche ad un
equilibrato rapporto tra zuccheri e acidi, permette di ottenere vini caratterizzati da elevata struttura,
un grande equilibrio fra le diverse componenti e un’elevata morbidezza al palato. Essi sono caratterizzati da un colore rosso rubino più o meno intenso, con riflessi violacei, talvolta granati con
l’invecchiamento. L’odore è fragrante e intenso e, a seconda dei vitigni, si possono riscontrare i
sentori di frutti rossi, ciliegia, frutta matura, note speziate, erba fresca o secca, tabacco o di tostato.
I vini di varietà a bacca bianca e aromatici, ottenuti con produzioni più elevate, presentano minori
livelli di gradazioni zuccherine e tenori acidi e sono caratterizzati da profumi floreali, di frutta e di
crosta di pane fresco.
c) Legame causa effetto fra ambiente e prodotto
Le condizioni pedoclimatiche dell’area, unite alla secolare esperienza dei vignaioli tramandata di
generazione in generazione, permettono ai vini della DOC Piave di essere adatti sia alla
spumantizzazione che all’invecchiamento prolungato.
La zonazione ha permesso di individuare le specifiche ambientali e tecniche ottimali per ogni
vitigno in modo da razionalizzare la viticoltura dell’intera area
I terreni ricchi di scheletro permettono di ottenere vini bianchi particolarmente aromatici, con un
gusto fresco e leggero. In particolare i vini bianchi ottenuti prevalentemente su rocce sedimentarie,
ottengono produzioni più elevate con conseguenti minori livelli di gradazioni zuccherine e tenori
acidi e sono caratterizzati da profumi floreali, di frutta e di crosta di pane fresco. I vini bianchi
giovani, ottenuti nelle zone alluvionali, presentano un carattere fresco molto apprezzato
specialmente dai consumatori più giovani.
I vini rossi coltivati nei terreni più pesanti hanno struttura e morbidezza notevoli, oltre ad un ottimo
corredo polifenolico e antocianico che si traduce in un’ ottima capacità di invecchiamento.
Grazie alle buone escursioni climatiche tra il giorno e la notte, le uve sono ricche di sostanze
aromatiche e i vini da cui derivano, mantengono inalterato il loro profilo aromatico anche dopo
un’eventuale invecchiamento.

VITIGNI

** Verduzzo Trevigiano B (OIV)
** VERDUZZO FRIULANO (MAIN)
* CABERNET SAUVIGNON N. (MAIN)
* CABERNET FRANC N. (MAIN)
* Chardonnay (MAIN)
** CARMENERE N. (MAIN)
* MERLOT N. (MAIN)
** MANZONI BIANCO B. (MAIN)
** Tocai Friulano B (OIV)
** RABOSO VERONESE N. (MAIN)
** Raboso Piave N (OIV)

 

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