S Anna di Isola Capo Rizzuto Doc
I vini Doc S. Anna di Isola Capo Rizzuto, rosso e rosato, devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti aventi nell’ambito aziendale le seguenti composizioni ampelografiche:
Gaglioppo dal 40% al 60% ; Nocera, Nerello mascalese, Nerello cappuccio, Malvasia nera, Malvasia bianca e Greco bianco da soli o congiuntamente, dal 40% al 60% con una presenza massima dei vitigni a bacca bianca non superiore al 35% del totale.
Le uve destinate alla produzione dei vini S. Anna di Isola Capo Rizzuto devono essere prodotte nella zona appresso indicata che comprende tutto il territorio amministrativo comunale di Isola Capo Rizzuto e parte dei comuni di Crotone e di Cutro (Provincia di Crotone)
La zona di produzione fa capo a S. Anna, frazione del comune di Isola di capo Rizzuto e interessa,
in parte Crotone e Cutro. La zona di produzione è quasi tutta pianeggiante, viene coltivato in terreni
con esposizione ad est o sud- est. La zona, in prossimità del mare è particolarmente vocata alla
coltivazione della vite. Nelle scelte delle aree di produzione vengono privilegiati i terreni con buona
esposizione e ventilazione. L’area è interamente occupata da sedimenti pliocenici che si adagiano
sul basamento cristallino paleozoico. Il passaggio con il miocene avviene gradualmente con
l’interposizione di locali affioramenti conglomeratici nei pressi dei piccoli centri abitati il Miocene conglomeratico viene ricoperto da un’altra formazione stratigrafica denominata informalmente
argille “varicolori”.
I dati climatici evidenziano che le piogge sono concentrate prevalentemente nel periodo autunnoinverno, raggiungono il loro valore massimo nel mese di ottobre ed il minimo nel mese di giugno.
La temperatura media mensile raggiunge il massimo nel mese di agosto ed il minimo nel mese di
gennaio. Siamo in presenza di un clima che va da subumido a sub arido con una forte deficienza
idrica in estate e una concentrazione estiva dell’efficienza termica. La variabilità delle forme, i
diversi tipi di substrato (materiale parentale) e la diversa azione del fattore tempo imprimono a
questa zona una spiccata diversità delle tipologie di suolo che si rinvengono. Sui rilievi collinari che
rappresentano gran parte del territorio, dominano le formazioni sabbiose o conglomeratiche. Sono
in questo caso suoli da poco a moderatamente profondi con evidenze di idromorfia entro i 50 cm e
con moderata presenza di Sali solubili. Infine sulle antiche superfici terrazzate di origine fluviale si
rinvengono suoli fortemente alterati che differenziano un orizzonte di accumulo di argilla. Si tratta
di suoli moderatamente profondi a tessitura media e reazione subacida.
2) Fattori umani rilevanti per il legame
Quello che prende nome da Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto è da sempre celebrato come un vino di
altissima qualità. Quando l’imperatore Federico Barbarossa sbarcò a Sant’Anna con le sue truppe,
vi trovò tali possibilità di vettovagliamento, ma soprattutto un vino così buono che decise di fare
sosta nella contrada per ben sei mesi. Ma già molti secoli prima che nascesse il Sacro Romano
Impero, Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto era stato il più importante centro della Magna Grecia per
la produzione di frutta, e di uva in particolare. Il vino che si otteneva da tale uva serviva
all’approvvigionamento di Crotone, ma soprattutto all’esportazione, che allora si spingeva fino a
Creta e all’Egitto. La produzione di questo vino ebbe ulteriore impulso quando, agli albori del
Cristianesimo, i Benedettini, impegnati nella divulgazione della parola di Cristo, iniziarono a
costruire in quest’area monasteri, attorno ai quali proliferava la coltura della vite. Dalle citazioni
precedenti, si evince che l’uomo nel corso degli anni, tramandato gli antichi metodi di coltivazione
della vite in questi importanti luoghi.
base ampelografica dei vigneti: i vitigni idonei alla produzione del vino in questione sono quelli
tradizionalmente coltivati nell’area di produzione.
le forme di allevamento, i sesti d’impianto e i sistemi di potatura che, anche per i nuovi impianti,
sono quelli tradizionali e tali da perseguire la migliore e razionale disposizione sulla superficie delle
viti, sia per agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione
della chioma.
le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la
vinificazione in rosso di vini tranquilli ma strutturati.
B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente
attribuibili all'ambiente geografico.
La DOC “Sant’Anna’” è riferita alle tipologie di cui all’art. 1 che dal punto di vista analitico ed
organolettico presentano caratteristiche molto evidenti e peculiari, descritte all’art. 6 del
disciplinare, che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente
geografico.
In tutte le tipologie si riscontrano aromi prevalentemente fruttati (bacche e drupe), ma anche floreali
tipici del vitigno.
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla
lettera B).
Per questo vino nel corso della lunga storia, sono stati innescati ad opera dell’uomo processi
innovativi per migliorare e affinare la produzione notevoli. Questa attività, pur tramandando, con le
varie generazioni le tecniche tradizionali di coltivazione, ha permesso di modernizzare in modo encomiabile le tecniche produttive a partire dai vigneti e passando per le cantine. Metodi che negli
ultimi anni hanno subito un processo innovativo di miglioramento.
VITIGNI
* Gaglioppo N (OIV)
** Greco Bianco (OIV)
** Nocera N (OIV)
** Nerello Mascalese N (OIV)
** Nerello Cappuccio (MAIN)
** Malvasia Nera di Brindisi N (OIV)
** Malvasia Bianca B (OIV)