San Martino della Battaglia Doc
La Doc San Martino della Battaglia è riservata al vino ottenuto per almeno l’80% da uve provenienti, nell’ambito aziendale, dal vitigno “Tocai Friulano”.
La zona di produzione dei vini a denominazione di origine controllata “San Martino della Battaglia”
comprende in tutto o in parte i territori dei comuni di Sirmione, Desenzano, Lonato e Pozzolengoin
provincia di Brescia e di Peschiera, in provincia di Verona.
Collocata a cavallo tra le province di Verona e Brescia, S. Martino della Battaglia è una zona di
grandissimo interesse per le famose vicende storiche che l’hanno segnata, una piccola nicchia
geopedologica e climatica, al confine tra le colline moreniche e l’entroterra a sud del lago di Garda,
zona particolarmente beneficiata dalle favorevoli condizioni climatiche determinate dalla grande massa del bacino del Lago di Garda che da sempre ha favorito il rigoglioso sviluppo dei vigneti che
si stendono sulle sue rive. Oggi si attuano ben precise distinzioni tra i vini prodotti a sud, a nord, ad
est e ad ovest del lago: un tempo, invece, venivano definiti tutti vini "retici", una generalizzazione
avallata da autori importantissimi come Plinio e Virgilio.
Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini a denominazione
di origine controllata "San Martino della Battaglia" devono essere quelle tradizionali della zona di
produzione e comunque atte a conferire alle uve ed ai vini derivati le specifiche caratteristiche di
qualità. Sono pertanto da considerarsi idonei unicamente i vigneti collinari e pedecollinari di buona
esposizione su terreni di natura prevalentemente calcareo argillosa, misti a buona parte di scheletro
e similari.
Fattori umani rilevanti per il legame
Questa zona in particolare, famosissima per il suo vino bianco, ha una storia viticola che si
suddivide in due periodi: il primo, che va dall’antichità più remote fino a una sessantina di anni fa,
legato al Lugana vero e proprio, ed un secondo, più recente ove si inserisce il Tocai. Nessun
geografo o storico aveva, in passato, delimitato i confini di questa zona, ma la zona si identificava
nella struttura del suo terreno e dal vino che in essa veniva prodotto. Il terreno agrario aveva bordi
molto frastagliati e, vicino ad un nucleo centrale e ben identificabile, vi erano lingue di terreno ed
isolette esterne al perimetro centrale che ne hanno sempre impedito una netta delimitazione. Gli
agricoltori della zona coltivarono, con fortuna, il vitigno Trebbiano nell’argilla della Lugana,
espandendo la coltivazione dal centro verso la periferia, tuttavia le caratteristiche del vino ottenuto
alla periferia, legate essenzialmente alla natura del terreno, quando si usciva dal terreno tipico,
venivano perse irrimediabilmente. Pertanto in questa zona il Lugana, tranne quello prodotto nelle
isole di terreno uguali a quello della Lugana vera e propria, non era di qualità simile al vero vino
Lugana, e portandone il nome, si penso che con il tempo si sarebbe creato confusione nel
consumatore. Così l’ispettorato provinciale dell’Agricoltura di Brescia, preoccupato di
salvaguardare il buon nome del Lugana e di permettere la coltivazione della vite in questa zona,
fortemente vocata, consigliò, dopo accurati esami dei vigneti esistenti in zona, il vitigno “Tocai
Friulano”, determinando così il nuovo periodo.
b) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o
esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico
I vini di cui al presente disciplinare di produzione presentano, dal punto di vista analitico ed
organolettico, caratteristiche molto evidenti e peculiari che ne permettono una chiara individuazione
e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
Grazie alle basse produzioni ed alle raffinate tecniche di vinificazione si ottengono vini dalle
piacevolissime caratteristiche aromatiche. Bianco secco ove le fresche note floreali tipiche del
vitigno vengono esaltate dalla perfetta maturazione delle uve, il S. Martino della Battaglia è
contraddistinto da una moderata acidità, un sapore fresco, secco rotondo, con retrogusto leggero di
mandorla e un profumo evoluto, intenso, caratteristico. Il San Martino della Battaglia” liquoroso,
vino fortificato di eccezionale pregio, che evoca i profumi del miele, della frutta secca, dei canditi e
presenta equilibri e contrasti inaspettati tra gusti che si esaltano a vicenda.
c) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla
lettera B)
In questa zona, tra le colline di San Martino della Battaglia, residuo morenico delle precedenti
glaciazioni, in cui rimase il detrito della morena profonda, finissimamente macinato, di aspetto
simile a quello che tutt’ora si trova nei ripiani più bassi della costiera, commisto a piccole quantità
di argilla dando al terreno una elevata compattezza, il Tocai friulano ha trovato il suo ambiente di
elezione, tanto da essere sopravvissuto nel tempo a tutte le influenze esterne che hanno diffuso in zona anche altre varietà bianche e rosse.
Il motivo della conservazione del Tocai da parte dei viticoltori locali si deve sicuramente ricercare
nelle soddisfazioni qualitative che questo vitigno fornisce e non certo per l’aspetto quantitativo
delle produzioni, sempre molto limitate. Proprio sui colli talvolta quasi completamente sassosi il
vitigno si è perfettamente adattato ed esprime il massimo delle sue potenzialità.
Il Tocai friulano ha trovato in questa area ristretta (i vigneti atti a produrre questo vino si estendono
per poco piu' di 70 ettari) terreni calcareo-argillosi che ben si prestano ad un suo sviluppo ottimale,
riuscendo ad esprimersi in un vino bianco che, associando finezza ed eleganza ad una buona
struttura, occupa un ruolo di rilievo nel ricco panorama enologico di questo territorio.
La produzione della tipologia San Martino della Battaglia liquoroso merita un approfondimento
storico. In passato era stata trascurata anche per la poca fortuna cui erano andati incontro questi tipi
di vini, oggi ritornata all’attualità. Infatti agli inizi degli anni 80 si pensò di produrre nuovamente
un vino da Dessert partendo dalle uve sovramaturate di Tocai San Martino della Battaglia doc
raccolte con vendemmia tardiva. Una volta tale vino era ben conosciuto ma se ne erano
completamente perse le tracce ( "A Lonato - 5 leghe a est di Brescia - si prepara un vino liquoroso
celebre in Italia: ha il colore dell'oro, dolce senza essere acre nè vuoto, grande finezza ed un
profumo molto soave...il vino che si paragona al Tocai e che si dice essere superiore al vino di
Cipro, è la ricchezza dei vigneti della bassa Riviera del Garda" - da "TOPOGRAPHIE DE TOUS
LES VIGNOBLES CONNUS" di A. JULIEN-PARIGI, 1822. ) Furono esaminate varie modalità di
produzione per poi definire quella che è la tecnica di lavorazione attuale, (cosi come codificata -in
seguito - dal disciplinare che regola la D.O.C., ottenuta, a partire dal 1990, dopo averne dimostrato
la storicità.) Da tale data è iniziata la produzione destinata alla vendita superando la fase
sperimentale degli anni precedenti. Fondamentale, per la qualità del prodotto, è partire da uve
molto sane e sovramaturate - ma non passite - di Tocai di San Martino doc. L'uva di Tocai - a
maturazione precoce di primo periodo - è molto sensibile a muffe, botrite e marciume. Una raccolta
tardiva invece di migliorare la qualità, può portare alla perdita del prodotto. E' necessario perciò
selezionare bene l'uva da lasciare sulla pianta e scegliere vigneti particolarmente ben esposti. Si
presta bene a tale scopo un vigneto di nostra proprietà di 1 ha circa esposto a sud-ovest sul crinale
di una collinetta arida e sassosa oltre che ventosa: in tali condizioni la botrite in annata favorevole
tende a dare origine alla "muffa nobile". L'uva - prodotta con avarizia - è raccolta in cassette e
ancora selezionata. Il mosto viene estratto con una pressatura pneumatica molto soffice, e -
debitamente pulito - è raffreddato a 5/6 gradi; a tale temperatura si avvia una lentissima
fermentazione. La raffinata tecnica di produzione di questo vino liquoroso che prevede anche un
lungo affinamento e l'aggiunta di una percentuale dal 10 al 15% di vino di annate precedenti tenuto
in barrique, consente di mantenere alcuni profumi ed aromi primari dell'uva di Tocai.
VITIGNI PRINCIPALI
** Tocai Friulano B (OIV)
VITIGNI SECONDARI
** Bianchetta Trevigiana B (OIV)
* Bussanello B (OIV)
* Chardonnay B (OIV)
* CORTESE B. (MAIN)
** Durella B (OIV)
* ERBALUCE B. (MAIN)
** ERBAMAT B. (OTHER)
* GARGANEGA B. (MAIN)
** Grapariol B. (OTHER)
** INCROCIO MANZONI 6.0.13 B. (MAIN)
** INVERNENGA B. (MAIN)
* Kerner B (OIV)
** MULLER THURGAU B. (MAIN)
** Nosiola B (OIV)
* PINOT BIANCO B. (MAIN)
* PINOT GRIGIO G. (MAIN)
** RIESLING B. (MAIN)
** RIESLING ITALICO B. (MAIN)
* SAUVIGNON B. (MAIN)
** Sylvaner Verde B (OIV)
** Timorasso B (OIV)
** TREBBIANO DI SOAVE B. (MAIN)
** TREBBIANO GIALLO B. (MAIN)
** TREBBIANO ROMAGNOLO B. (MAIN)
** TREBBIANO TOSCANO (MAIN)
** Veltliner B (OIV)
* VERDEA B. (MAIN)
* VERDESE B. (MAIN)