L'Aceto balsamico tradizionale di Modena e' ottenuto dal mosto cotto a fuoco diretto e a vaso aperto di uve prodotte da uno o piu' dei vitigni Trebbiano, Occhio di Gatta, Spergola, Berzemino e Lambruschi tradizionalmente coltivati nella provincia di Modena.
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Numerosissime sono le notizie storiche che riguardano l'"Aceto balsamico tradizionali e di Modena".
Il termine "balsamico" accanto alla parola aceto appare per la prima volta nel 1700, come riportato nel registro delle vendemmie e vendite dei vini per conto delle Cantine segrete ducali per l'anno 1747 (archivio di Stato, Modena). Pur tuttavia, questa tradizione a produrre un aceto balsamico "particolarissimo" in un'area abbastanza ristretta come appunto la provincia di Modena, e' tanto antica da trovare precisa memoria gia' nel 1508 alla corte del duca di Modena, Alfonso I d'Este, marito di Lucrezia Borgia.
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La IGP Agnello di Sardegna è riservata esclusivamente agli agnelli nati, allevati e macellati in tutta la Regione Sardegna.
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Iscrizione della denominazione Agnello di Sardegna nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette - Disciplinare di produzione
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L'Indicazione geografica protetta (I.G.P.) Agnello di Sardegna e' riservata agli agnelli allevati in un ambiente del tutto naturale, caratterizzato da ampi spazi esposti a forte insolazione, ai venti ed al clima della Sardegna, che risponde perfettamente alle esigenze tipiche della specie, prevalentemente allo stato brado
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Modifica del disciplinare di produzione della denominazione Amarene Brusche di Modena IGP registrata in qualita' di indicazione geografica protetta in forza al Regolamento (CE) n. 1028 della Commissione del 29 ottobre 2009.
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La materia prima della confettura di «Amarene Brusche di Modena» IGP è rappresentata dai frutti di ciliegio acido provenienti da piantagioni composte dalle varietà: Amarena di Castelvetro, Amarena di Vignola dal peduncolo corto, Amarena di Vignola dal peduncolo lungo, Amarena di Montagna, Amarena di Salvaterra, Marasca di Vigo, Meteor, Mountmorency, Pandy.
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Quando alla fine del 1700 i Napoletani, tra i primi in Europa, riconobbero i grandi pregi organolettici del pomodoro, anche gli Amatriciani, che ricadevano nella giurisdizione del Regno di Napoli fin dal XIII secolo, ebbero modo di apprezzarlo e con felice intuizione l’aggiunsero al guanciale stagionato, ha reso così succulenta una salsa per la pasta, la cui fama ha varcato i confini nazionali per affermarsi anche nella cucina internazionale.
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L'Asparago bianco di Cimadolmo è prodotto in provincia di Treviso nei comuni di Cimadolmo, Brede di Piave, Fontanelle, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Santa Lucia di Piave, Vazzola ed è riservata ai turioni di asparago delle cultivar «Precoce d’Argenteuil», «Gladio», «Larac», «Dariana», «JM 2001» e «JM 2004».
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Proposta di modifica ordinaria del disciplinare di produzione della denominazione di origine controllata e garantita dei vini «Asti».
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