Terratico di Bibbona Doc
Terratico di Bibbona bianco: Vermentino: minimo 50%;
Terratico di Bibbona rosso, rosso superiore e rosato: Sangiovese: minimo 35%, Merlot: minimo 35%.
I vini a denominazione di origine controllata “Terratico di Bibbona” con le seguenti specificazioni
di vitigno: Trebbiano; Vermentino; Sangiovese; Merlot; Cabernet sauvignon; Syrah; devono essere ottenuti da uve dei vitigni corrispondenti, per almeno l’85%.
La zona di produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Terratico di Bibbona” ricade nella provincia di Livorno e comprende i territori amministrativi dei comuni di Rosignano Marittimo, Cecina, Bibbona e Collesalvetti.
La zona geografica delimitata comprende l’intero territorio amministrativo dei Comuni di
Rosignano Marittimo, Cecina, Bibbona, Collesalvetti, in provincia di Livorno. L’analisi climatica e
pedologica dell’ambiente dimostra che i caratteri agro climatici dell’area ne fanno un territorio
vocato per una viticoltura di qualità. In particolare l’analisi delle risorse climatiche mostra ottimi
livelli delle risorse radiative, termiche e pluviometriche. Gli indici bioclimatici, si collocano su
valori simili a quelli riscontrati nelle migliori aree viticole italiane e mondiali. La conformazione
orografica dell’area è caratterizzata dalla presenza di una linea di colline con giacitura nord-sud, con quote variabili tra i 100 ed i 350 m s.l.m., pressoché parallela alla linea di costa, sviluppata per tutta l’estensione della zona, di una fascia pedecollinare dove insistono i vigneti e del mar Tirreno ad ovest. A nord e a sud si trovano due importanti corsi d’acqua, rispettivamente “Arnaccio” e “Cecina”. Questa situazione si rivela favorevole al manifestarsi di intensificazioni orografiche delle piogge allorché, ad esempio, una depressione tirrenica produce l’afflusso di masse d’aria umida da sud-ovest. Le colline proteggono, inoltre, le colture dai rigori invernali, mentre nel periodo estivo i fiumi e la grande massa idrica del mar Tirreno, agiscono da regioni sorgenti di masse d’aria costanti che mitigano gli eccessi di calore e consentono maturazioni delle uve ottimali.
Le temperature non sono mai particolarmente ostili, ma anzi, nel periodo primaverile favoriscono,
con la loro mitezza, un equilibrato sviluppo vegetativo, una ottima fioritura ed allegazione. Le
temperature estive e l’insolazione garantiscono sempre una perfetta maturazione e il raggiungimento di ottimali indici di maturazione per tutte le qualità di vite coltivata.
Eventi meteorici particolarmente dannosi, quali gelate primaverili e siccità prolungate, ricadono
solo molto raramente. Anche le precipitazioni hanno una buona distribuzione, concentrandosi
essenzialmente nel periodo di inizio primavera (Marzo Aprile) ed autunnale (Ottobre-Novembre).
Le caratteristiche del suolo agrario dell’intera area sono spiccatamente favorevoli alla coltivazione
della vite. La tessitura evidenzia frazioni granulometriche di medio impasto, dal medio impasto
sabbioso e dal medio impasto argilloso. La reazione del terreno è tendenzialmente sub alcalina, con
presenze anche di pH neutro ed in minor misura alcalino. La presenza di sostanza organica è
generalmente al di sotto della media, così come la dotazione di azoto totale. Buona invece la
dotazione di fosforo assimilabile e talvolta molto elevata quella di potassio assimilabile.
A2) Fattori umani rilevanti per il legame.
La tradizione viticola di questo territorio risale al tempo degli etruschi, con 2.500 anni di storia. Gli etruschi avevano appreso la tecnica della coltura della vite attraverso i loro contatti con le civiltà mediterranee dei fenici e dei greci. Utilizzavano tecniche su sostegno vivo (in pratica con l’ausilio di alberi su cui appoggiare i tralci di vite) ancora oggi in uso. Erano forniti di attrezzi per tagliare e potare, che venivano forgiati dai fonditori di ferro. Possono oggi essere definiti maestri e cultori delle pratiche enoiche, pratiche che vennero successivamente imparate e diffuse dai romani.
I romani impararono ad effettuare la vendemmia da agosto fino a novembre, seguendo le varie fasi di maturazione dell’uva. Le uve migliori venivano scelte, pigiate coi piedi nel “calvatorium”, poi torchiate nel “turcularum”, quindi il mosto veniva versato nei “dolia”, grandi anfore di terracotta adatte alla fermentazione e all’affinamento. Nel 1937 furono eseguiti degli scavi a Casale Marittimo, nel podere denominato “La Pieve”, e vennero alla luce i resti di una villa rustica di epoca imperiale in cui si poterono riconoscere i resti di un “turcularum” e di una cella vinaria (da “La Voce” no 2 1962).
Con la caduta dell’Impero Romano le coltivazioni in pianura vennero abbandonate e la coltura della vite venne praticata esclusivamente sulle colline tufacee attorno ai comuni.
Negli statuti dei comuni di Rosignano Marittimo e di Bibbona (1490) vengono riportate norme che
regolano la raccolta, la produzione ed il commercio del vino (artt. 73-76-110-116).
Durante la dominazione francese si ebbe il primo (anche se parziale) censimento della produzione
di vino della zona. In base al Decreto della Prefettura del Dipartimento del Mediterraneo del 20
Agosto 1809, la popolazione era tenuta a denunciare le “portate” di vino e cereali prodotte degli
anni 1809 (retroattivo) e 1810, motivando la causa di un eventuale calo di produzione. Tali
documenti di denuncia delle portate sono depositati presso l’archivio comunale di Bibbona (46/3
Fascicolo Portate di vino 1810). Le quantità di vino sono espresse in barili, la cui capacità è (per la Legge dei pesi e delle misure del 14 Febbraio 1810) di “mezzo ectolitro”, ovvero 50 litri.
Dal “Dal diario di Vittorio Chiavacci (1900)” leggiamo:
… “si mangiò le abbondanti e famose pappardelle, poli e triglie chiappate a Marina, ed annaffiate
da saporoso vino del Paratino”…
Dall’elenco delle attività industriali e commerciali di Cecina del 1912 si apprende che esistevano
sul territorio 3 bottai, 1 fabbrica di fiaschi, 7 fiaschetterie, a testimonianza dell’importanza del vino nella zona.
Dal dopoguerra ad oggi, grazie allo sviluppo della meccanizzazione agricola ed all’affinamento
delle tecniche enologiche, molte sono le aziende agricole che hanno espanso l’attività vitivinicola,
molte le nuove aziende vitivinicole nate nella zona.
La millenaria storia vitivinicola dell’area, dagli Etruschi al Medio Evo, fino ai tempi nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche dei vini “Terratico di Bibbona”.
La reputazione moderna di questi vini è iniziata con l’istituzione, nel 2006, della denominazione.
I vini di famose aziende che ricadono nel territorio ottengono ed hanno ottenuto nel tempo una
enorme messe di riconoscimenti nelle Guide Vini del Gambero Rosso (3 bicchieri), L’Espresso,
Veronelli, Duemilavini, o i riconoscimenti nei tasting periodici delle riviste Wine Spectator, Wine
Advocate, Wine Enthusiast, Decanter Magazine, e numerose altre; questo consente di capire che la reputazione delle aziende ricadenti nel territorio della denominazione di origine controllata
“Terratico di Bibbona” è a livelli di assoluta eccellenza ed ha carattere internazionale.
B) Informazioni sulla qualità e sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o
esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico.
La conformazione orografica particolare del territorio ed i conseguenti caratteri agro climatici
consentono una maturazione delle uve sempre regolare e completa.
La variabilità dei suoli è il fattore fondamentale per garantire ai vini prodotti la complessità e la
persistenza proprie dei vini di alta qualità.
Qualità e caratteristiche dei vini di cui al presente disciplinare sono confermate dai parametri
analitici dei vini, che presentano, dal punto di vista analitico ed organolettico, caratteristiche con
andamento positivo superiore ai minimi precauzionali previsti dal disciplinare in vigore, e
permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
C) Interazione causale tra gli elementi di cui alla lettera A) e gli elementi di cui alla lettera B).
La qualità dei vini dell’area è sempre la risultante dell’azione combinata di un insieme di fattori
generatori che agiscono a diverse scale. I fattori latitudinali, con i conseguenti effetti sulla ciclicità giornaliera e sulla radiazione solare, si combinano con i fattori orografici (pendenza, esposizione e giacitura) e l’effetto combinato dà origine al topoclima.
Le variabilità topoclimatiche vengono costantemente monitorate e concorrono a determinare un
ambiente ben areato, luminoso e con suolo sgrondante dalle acque in eccesso durante i rari periodi di eccessiva piovosità. In quest’ambiente, coltivato a vigneto fin dall’antichità, l’uomo è intervenuto nel tempo effettuando sistemazioni idraulico- agrarie tali da impedire ristagni idrici.
Nel corso storico di coltivazione della vite sono state selezionate le varietà che meglio si adattano
alle peculiarità topoclimatiche e sono state affinate tecniche di coltivazione che esaltano le
caratteristiche fisico-chimiche ed organolettiche delle uve.
I viticoltori hanno applicato da tempo tecniche produttive atte a valorizzare la qualità delle uve
prodotte dai vitigni presenti: forma di allevamento principalmente effettuata a capovolto o a guyot, a cordone speronato, ad alberello, lasciando poche gemme produttive a tutto vantaggio
dell’aumento del contenuto di zuccheri e delle componenti aromatiche, particolarmente influenzate dal clima temperato, e caratterizzato, segnatamente nella fase finale di maturazione delle uve, da una elevata escursione termica tra notte e giorno.
Le analisi chimiche compiute regolarmente su campioni di vini sia bianchi che rossi dimostrano
che esiste una correlazione tra andamento climatico annuale e valori analitici dei parametri “titolo
alcolometrico, acidità totale, pH, ceneri, estratto secco totale, estratto ridotto”. I dati rilevati sono
sempre comunque superiori ai minimi precauzionali previsti dal disciplinare. Si conferma quindi
l’interazione tra il fattore umano e l’ambiente, in quanto i vini prodotti sono il risultato di quanto
ottenuto in vigna e risentono soltanto marginalmente di manipolazioni successive tendenti ad
uniformare il prodotto in maniera indipendente dall’ambiente. Le tecniche di vinificazione affinate
nel corso dei secoli, ed attualmente praticate sono varie, ma sempre volte al rispetto ed al
mantenimento delle caratteristiche organolettiche delle uve, oltre che all’ottenimento del miglior
livello qualitativo del prodotto finale.
Sulla base di quanto riportato non vi e’ quindi alcun dubbio che il vino prodotto in questa zona ha
caratteristiche peculiari proprio perchè con questo ambiente e con le scelte fatte dall’uomo si ottiene un prodotto unico e tipico, con qualità che consentono inequivocabilmente di ricondurlo alla zona di origine.
VITIGNI PRINCIPALI
Vermentino B (OIV)
* Cabernet-Sauvignon N (OIV)
* Merlot N (OIV)
* Syrah N (OIV)
* Sangiovese N (OIV)
** Trebbiano Toscano B (OIV)
VITIGNI SECONDARI
** Petit Manseng B (OTHER)
** PETIT VERDOT N. (MAIN)
* Pinot Bianco B (OIV)
* Pinot Grigio G (OIV)
* Pinot Nero N (OIV)
** Pollera Nera N (OIV)
** Prugnolo Gentile N (OIV)
** Pugnitello N (OIV)
** Rebo N (OIV)
** Refosco dal Peduncolo Rosso N (OIV)
* Rieslin renano B. (OTHER)
** Riesling Italico B (OIV)
** Roussane B (OIV)
* SAGRANTINO N. (MAIN)
** Sanforte N (OTHER)
* SANGIOVESE N. (MAIN)
* SAUVIGNON B. (MAIN)
** Schiava Gentile N (OIV)
* Semillon B. (OTHER)
* SYRAH N. (MAIN)
** TEMPRANILLO N. (MAIN)
* Teroldego N (OIV)
** TREBBIANO TOSCANO (MAIN)
* VERDEA B. (MAIN)
* Verdello B (OIV)
* VERDICCHIO BIANCO B. (MAIN)
* Vermentino B. (MAIN)
* Vermentino Nero N (OIV)
** Vernaccia di S Gimignano b. (MAIN)
** Viogner B (OIV)
** Abrusco N (OIV)
* ALBANA B. (MAIN)
** Albarola B (OIV)
** Aleatico N (OIV)
* Alicante Bouschet N (OIV)
* Alicante N (OIV)
* ANCELLOTTA N. (MAIN)
* Ansonica B (OIV)
* BARBERA N. (MAIN)
** Barsaglina N (OIV)
** Biancone B (OIV)
** Bonamico N (OIV)
** Bracciola Nera N (OIV)
* CABERNET FRANC N. (MAIN)
* CABERNET SAUVIGNON N. (MAIN)
* Calabrese N (OIV)
** Caloria N (OIV)
** Canaiolo Bianco B (OIV)
** Canaiolo Nero N (OIV)
** Canina Nera N (OIV)
** Carignano N (OIV)
** CARMENERE N. (MAIN)
** CESANESE D'AFFILE N (MAIN)
* Chardonnay B (OIV)
** CILIEGIOLO N. (MAIN)
** Clairette B (OIV)
** Colombana Nera N (OIV)
** Colorino N (OIV)
** Durella B (OIV)
* Fiano B (OIV)
** Foglia Tonda N (OIV)
** GAMAY N. (MAIN)
** GRECHETTO B. (MAIN)
** Greco B (OIV)
** Groppello di S. Stefano N (OIV)
** GROPPELLO GENTILE N. (MAIN)
** Incrocio Bruni 54 B (OIV)
* LAMBRUSCO MAESTRI N. (MAIN)
** Livornese Bianca B (OIV)
** Malbech N (OIV)
** Malvasia Bianca di Candia B (OIV)
** MALVASIA BIANCA LUNGA B. (MAIN)
** MALVASIA ISTRIANA B. (MAIN)
* Malvasia N (OIV)
** Malvasia Nera di Brindisi N (OIV)
** Malvasia Nera di Lecce N (OIV)
** Mammolo N (OIV)
** MANZONI BIANCO B. (MAIN)
** MARSANNE B. (MAIN)
** Mazzese N (OIV)
* MERLOT N. (MAIN)
** Mondeuse n. (OTHER)
* Montepulciano N (OIV)
* MOSCATO BIANCO B. (MAIN)
** MULLER THURGAU B. (MAIN)
** Orpicchio B (OTHER)
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